giovedì 17 marzo 2011

Sandwell District: "Feed-Forward" (Sandwell District, 2010)



Function e Regis, rispettivamente David Summer e Karl O'Connor, sono attivi nel sottobosco techno da circa quindici anni. Produttori, compositori, remixer, fondatori di un'etichetta. Fin dagli albori della carnalità techno i due hanno tracciato linee parallele creando un fenomeno sotterraneo, mescolando passione viscerale e un rispetto quasi religioso per la perfezione dei propri suoni. Fin da prodotti come “Gymnastics” (a nome Regis, 1996), o il 12” "Ulterior Motives" pubblicato con il moniker DMO (1998), i due si sono distinti per una peculiare fusione di techno granitica, influenze di ambient stellare e un gusto per il ritmo sopraffino. Ad alimentare ulteriormente il culto, dal 2002 inizia l'avventura dell'etichetta omonima con prodotti di rara qualità, che ben presto la rendono un autentico punto di riferimento per tutti gli appassionati. La casa di produzione può annoverare fra i suoi artisti gente come Silent Servant e Female (magnifico il suo “Angel Plague” del 1999).

Dopo anni di silenzio discografico in termini di uscite in senso classico, giunge sul mercato “Feed-Forward”. Pubblicato in Inghilterra nel dicembre 2010: il disco richiama una tale attenzione da risultare immediatamente esaurito in pre-order praticamente ovunque. Album eclettico e dal fascino innegabile, l'opera del duo Regis & Function (aiutati a quanto pare dagli stessi Silent Servant e Female) mette in mostra un pudore quasi clericale nel giustapporre le melodie e la potenza del suono - mai esplosione sonica fine a se stessa - che bilancia l'insistenza martellante della drum machine con il pullulare di reminiscenze ambientali, a loro volta mai cristallizzate in una stasi solamente estatica. La sensazione che si prova ascoltando “Feed-Forward” è quella di avere davanti un'essenza unica e indivisibile, difficilmente analizzabile per porzioni, impossibile da spacchettare come una costruzione stratificata.

L'impatto imponente delle strategiche tre parti di “Immolare” - candida e serafica nelle estremità candite di delicatezza ambient - inietta fervore inusitato nelle sezione centrale come raramente capita di sentire. Rarefatta, dolorosa, sanguigna, “Immolare” è un inno macabro all'arte techno. Proseguita la strada con meccanismi timbrici la cui provenienza terrestre è tutt'altro che ovvia (l'assalto cosmico di “Grey Cut Out”, frequenze cibernetiche fuori controllo per “Hunting Lodge”), l'album, nonostante uno sviluppo graduale e tacito, cade in un mutismo rarefatto e scintillante. Fra suite ambient-techno pregiatissime (l'ariosa spazialità in “Falling The Same Way”, i puntuali rintocchi di “Svar”), tastierismi colorati e vivaci (i virtuosismi mai sciatti di “Speed + Sound (Endless)”), abissi nerissimi leggermente rinvigoriti da scosse telluriche (la malinconica assenza di melodia in “Double Day”). Concretizzata la definitiva deriva silente (sbuffi cosmici in “Untitled A”, particelle noise per “Untitled B”), il disco sfila via con un tono tagliente.

Ispessito da una cura complessiva al limite dell'umana perfezione, “Feed-Forward” travalica il semplice compito ben fatto andando al di là di ogni aspettativa. Definitivamente proiettati in un limbo che sa di epopea mitica, Sandwell District hanno nel destino la capacità di sorprendere, magnificata con opere talmente fuori controllo da risultare vive e pulsanti.

(8)

recensione di Alessandro Biancalana

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