martedì 6 maggio 2008

Christian Rainer: "Turn Love To Hate" (Komart, 2008)



Nato e cresciuto in Francia dal 1976, Christian Rainer è un personaggio fecondo come se ne vedono raramente. Artista visivo, musicista, scrittore, regista, promoter: un processo di sviluppo mentale e d’ispirazione, il suo, che fa dell’eterogeneità la sua forza. Collaboratore con importanti fondazioni, musei e gallerie, ha saputo destreggiarsi in contesti fra i più disparati.

Tra una partecipazione e l'altra (come quella con i Ronin per il loro debutto omonimo), Rainer riesce a ritagliarsi il tempo per comporre album tutti per sé. Esordiente nel 2004 con il flessuoso “Mein Braunes Blut”, prosegue la sua carriera solista con il sodalizio stretto assieme agli italiani KiddyCar, i cui frutti si possono apprezzare in “How This World Resounds”, splendido esempio di musica classica aggiornata e contaminata con grande gusto.

Il progetto di questo “Turn Love To Hate” non è solo musicale. Oltre all’album in sé, la pubblicazione viene accompagnata da un Dvd contente i video di ogni traccia. Lo stesso Rainer ha invitato undici artisti provenienti da varie nazioni europee per assegnare a ognuno la realizzazione del cortometraggio relativo a ogni canzone. Non si tratta di un'operazione narcisista, ma della ricerca della libera espressione creativa senza limiti o barriere. A ognuno dei personaggi chiamati in causa, infatti, è stata data la possibilità di scegliere il brano a loro più congeniale, per poter esprimere al meglio il loro estro. Come recitano le righe di presentazione, l’obiettivo principale è quello di donare, e non sottrarre, autonomia alle varie discipline: se la musica si può ascoltare senza osservare le immagini, lo stesso si può dire per i video, capaci di attirare l’attenzione senza l’accompagnamento sonoro. Da segnalare anche la nutrita componente italiana, con ben sei rappresentanti all’appello.

Il titolo già lascia intuire il senso dell'opera: la possibilità di trasformare l’amore in odio rappresenta l’incapacità di ogni individuo di potersi difendere davanti a un sentimento così totalizzante e inafferrabile.

La musica scorre fra riferimenti al pop d’autore di prima classe, infatuazioni classiche post-moderne, frangenti di ombrosa brillantezza. A cavallo fra il Nick Cave più posato, sprazzi di Tom Waits e anche del più maestoso Stuart Staples, “Turn Love To Hate” vive della costante e vibrante tensione che si percepisce scorrendo le sue tredici tracce, fra bordate di dolcezza strumentale e inebrianti ballate ricoperte di carta vetrata.

Episodi come “Violating” sono saggi di grande fascino e suggestione, che confermano l'abilità di Rainer nell'amalgamare influenze fra le più svariate. Crooner teso, inebriato e inebriante in “What’s Fresh Today”, Christian si rivela anche arrangiatore di razza: il violino posizionato nei frangenti giusti dona un’atmosfera luciferina al brano, che scorre nei suoi sette minuti con grande fluidità.

Proseguendo, si potrà scovare l’emozionante “Stranger”, la lunga e pulsante “Fish'n Chips (in Total Eclipse)”, cantata con il cuore strappato dal petto.

Il resto dell’opera non si discosta da quanto già esposto, ma occhio a dare per scontato il contenuto e la forma con cui ogni singolo frammento viene espresso. La sconvolgente “April Woods” è proprio l'antidoto ideale a ogni assuefazione: il duetto con una voce femminile emaciata vale già il prezzo del biglietto.

L’obbligo di ogni amante delle vituperate "canzoni d’amore" è quello di correre ad ascoltare l’arte oscura e preziosa di Christian Rainer.

(7,5)

recensione di Alessandro Biancalana

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