Contenute le tentazioni esotiche, concretizzatesi in divagazioni poco efficaci,
Drew Lustman in arte
FaltyDL dimostra di aver ritrovato il controllo del suo talento prima con il 12” “
Rich Prick Poor Dick”
e poi con questo nuovo album. Il particolare che salta subito
all’occhio riguardo “Heaven Is For Quitters” prima dell’ascolto è la
pubblicazione esclusiva sull’etichetta Blueberry Records. Nonostante
Lustman abbia aperto il suo proprio marchio discografico già dal 2014,
l’attività ha iniziato ad intensificarsi dal tardo 2015, con cui ha
gestito contemporaneamente le proprie uscite e la promozione di altri
artisti (fra cui nuovi interessanti progetti come Uffe e Ren &
Stimpy). Con questa operazione ha deciso di slegarsi completamente dalle
logiche classiche di distribuzione e pubblicazione, lasciando etichette
di grande prestigio come Ninja Tune e Planet Mu (anno scorso venne
pubblicato qui “
The Crystal Cowboy”).
L’evoluzione
della musica del compositore americano è sempre stata evidente e sotto
gli occhi di tutti, dagli ascoltatori casuali fino ad arrivare ai più
attenti fan. Nonostante qualche uscita meno a fuoco e alcune cose poco
centrate, il suo tentativo è sempre stato quello di andare oltre il
passato, cercando di superare i propri limiti anche quando era reduce da
pubblicazioni eccezionali come il suo secondo album “
You Stand Uncertain”.
Il suo sesto disco – comprendendo anche l’uscita a suo nome – si
avvicina alle sue vette per incisività già dalle prime tracce. “Tasha”,
con il suo incedere mistico e fumoso, introduce il primo episodio
cantato dell’opera (“Infinite Sustain”), un
bubblegum techno-pop, tagliato e squarciato da synth affilatissimi, sostenuto dalle linee vocali del talento
Hannah Cohen (già conosciuta per i buoni “
Child Bride” e “
Pleasure Boy”),
imperniato attorno a un corollario di melodie e idee come nella
tradizioni dei più grandi. Dopo tale splendore, troviamo delle fantasie
breakbeat camuffate sotto le vesti di un singolo pop (l’eccellente “Frigid Air”), esempi di modernariato elettronico a metà fra techno,
IDM e
jungle
(“River Phoenix” e “Bridge Spot”) e per finire, all’incirca attorno
alla metà dell’album, Lustman piazza un altro pezzo cantato. Giocando
questa volta la carta della battuta bassa, in una forma sfigurata di
trip-hop, si avvale del prezioso contributo di
Rosie Lowe – conosciuta per il recente esordio “
Control” - annichilendo l’ascoltatore con un sestetto iniziale letteralmente perfetto.
Complice
una lunghezza considerevole l’album assume forme variabili e mutevoli,
lasciando per strada qualche lungaggine (“Neelon (First Kiss)”) ed altri
episodi meritevoli di attenzione (“Fleshy Compromise” sfiora la
electro-darkwave,”Shock Therapy” è puro FaltyDL
style),
mentre sul finire, come anche in altri frangenti dei pezzi già
analizzati, il Nostro tenta di ampliare i propri orizzonti con inserti
puramente
classical, fra cui partiture di piano melliflue (“Whisper Diving”), intrecci di archi e xilofono (“Beasts Of Heaven”) e richiami
jappo-zen nella serafica “Osaka Phantom”. Prima di concludere, vale la pena citare le due
bonus track presenti solo nella versione giapponese dell'album con il bel tiro techno di “Stolen Kicks” e i vaghi sentori
nineties di “New Dreams”.
Il
vero valore di “Heaven Is For Quitters” è, nonostante la qualità media
molto alta dei singoli episodi, la capacità di tenere alto il
coinvolgimento dell’ascoltatore sulla distanza di ben quindici tracce.
Come si sa, l’eccessivo minutaggio negli album di musica elettronica è
sempre il viatico, anche nei casi di grande ispirazione, per opere
sfilacciate e prolisse. Ci sono invece rari casi – come questo – in cui
l’artista riesce efficacemente a diluire le proprie idee senza risultare
logorroico. Non sappiamo se l’album di FaltyDL sia un capolavoro per
questo o per altri motivi, probabilmente no, ma francamente non ci
sentiamo di dargli una valutazione sotto l’eccellenza.
(8)
recensione di Alessandro Biancalana