domenica 16 dicembre 2012

Playlist 2012

1. Poliça – Give You The Ghost
2. LHF – Keepers Of The Light
3. Belbury Poly – The Belbury Tales
4. Crossover – Gloom
5. The Big Pink – Future This
6. Leila – U&I
7. Den Mother - Insides Out
8. Barbara Morgenstern – Sweet Silence
9. Chairlift – Something
10. Elsiane – Mechanics Of Emotion
11. Stumbleine - Spiderwebbed
12. Mushy - Breathless
13. Nina Kraviz - Nina Kraviz
14. Raime - Quarter Turns Over a Living Line
15. Saint Etienne - Words And Music By Saint Etienne
16. Silent Servant - Negative Fascination
17. Trust – Trst
18. Memoryhouse – The Slideshow Effect
19. Alt J – An Awesome Wave
20. Fenster – Bones
21. Amanda Mair - Amanda Mair
22. Dva - Pretty Ugly
23. Shed - The Killer
24. First Aid Kit - The Lion's Roar
25. Kreidler – Den
26. Tristesse Contemporaine - Tristesse Contemporaine
27. Chromatics - Kill For Love
28. Audrey Ryan – Thick Skin
29. Neil Young & Crazy Horse - Psychedelic Pill
30. Andy Stott - Luxury Problems
31. Archive - With Us Until You'Re Dead
32. Beach House – Bloom
33. BEAK> - >>
34. Bersarin Quartett - I I
35. Bill Fay - Life Is People
36. Claro Intelecto - Reform Club
37. Deepchord Presents Echospace – Silent World (OST)
38. Jessie Ware – Devotion
39. Jherek Bischoff – Composed
40. Flying Lotus - Until The Quiet Comes

mercoledì 5 dicembre 2012

Deniz Kurtel: "The Way We Live" (2012, Wolf + Lamb Records)















Eroina della musica dance, legata sempre di più all’immaginario che gira intorno al collettivo Wolf+Lamb, Deniz Kurtel esce fuori dal suo nascondiglio dopo le magie di “Music Waching Over Me”. Dj e produttrice di finezza spropositata, la Kurtel decide di mollare temporaneamente il ritmo per approfondire la sua personale versione dell'house.

Schiva, vagamente disorientata da fumi oppiacei, l’americana compone un album molo rilassato, ambientale, la sua musica diventa quasi meditata, psichedelica e fuori dai canoni. Piccoli battiti sporadici, giri di synth cosmici, voce in combutta con l’oscurità, mistici soffi e schiocchi; questi e tanti altri suoni compongono un disco che seduce e tormenta senza affondare mai il colpo decisivo. “The Way We Live” è così delicato e mai sopra le righe per cui è necessario scomodare la definizione di soft-house. Con il sapiente uso di collaborazioni esterne in sede vocale (soprattutto il rapper Gadi Mizrahi), l’americana disegna un album variegato da ogni punto di vista, incarnando in modo magistrale la figura della produttrice matura e minuziosa. Mai colori sfavillanti o un tratteggio solare, il fumo alberga costantemente in un’ora scarsa di sessualità scabrosa, mali noir e tanta, profonda e piovosa notte.

Ed è proprio la notte il richiamo perpetuo di questa timida ragazza dalle origini turche. La notte intesa nella sua essenza più seducente, nei cui meandri regna il fascino immutabile dei club, l’atmosfera elegante e cupa dell'avvenente underground della Grande Mela. Stanze adornate con classe. Luci basse. Fiumi di vodka e Chanel. La vecchia house chicagoiana in penombra e quella voglia matta di stupire senza mai alzare il velo, come accade nell’introduttiva” I Knew This Would Happen”.

Deniz vola basso. Cassa dritta, synth dolcissimo, mai invasivo, qualche pausa appena abbozzata, tenue ripartenza, voce-vocoder posta sullo sfondo che balza qua e là e un motivetto leggerissimo a cullare tacchi e culi. La successiva “ You Know It's True” con il fido Mizrahi segnala d'un tratto lievissime smanie eighties, mentre il groove roteante e catalizzatore di “Hypocrite” sollecita praticamente tutti ad alzarsi dalle poltrone e ad invadere immediatamente la pista. L’ipnosi continua con “There's Enough for All Of Us”, si assesta nelle tracce successive, in cui la Kurtel continua a compiacersi in questa sua incantevole divagazione ritmica, raggiungendo una quiete apparente nella carica sensualissima di “Safe Word”.

C’è classe in questo secondo disco di Deniz Kurtel. Tanta classe. Ma c’è soprattutto una maggiore profondità nel delineare il ritmo, assecondarlo gradualmente al proprio corpo e sospingerlo dritto al cuore, mentre la mente si svuota del quotidiano e lo sguardo punta altrove, laddove l’estetica sposa il suono e il divertimento una morbida illusione.

(7,5)

recensione di Alessandro Biancalana e Giuliano Delli Paoli