martedì 28 agosto 2012

Crossover: "Gloom" (Desire Records, 2012)
















L'electro-clash, corrente tanto esplosiva quanto fugace, creò molta confusione gettando nella mischia una miriade di band. Tale successione frenetica offuscò talenti difformi dai suoni in voga, oltre a distorcere le reali qualità della musica proposta. I Crossover, duo americano formatosi proprio nel 2002, pubblicò in tale periodo il bellissimo "Fantasmo", perlopiù lasciato da parte da stampa e pubblico. Trascorsa questa decade con una produttività ben più che sonnecchiosa, Vanessa Tosti e Mark L. Ingram giungono nel 2012 con molto dilemmi e poche certezze. Proporre soluzioni electro-pop vagamente prestate alla club-music, con reminescenze dark, può essere una scelta rischiosa e fuori fuoco.
"Gloom" riassume varie tendenze in ambito elettronico fondendo il tutto in un'unica anima inscindibile, donando il giusto apporto di novità senza strafare, dando il suo meglio quando c'è bisogno di puntare al cuore. Su basi electro multiformi, i ricami melodici sono un perfetto apporto per Ingram che con salda ombrosità noir colora le canzoni di un pregevole effetto disorientante.

La coppia a stelle e strisce salmodia poesie macabre, inscena balli spastici e si adatta perfettamente ad atmosfere ben poco balneari ma bensì fumose, distorte, abilmente malate. La musica fluisce senza pause dando la sensazione di opera studiata globalmente, non composta da singoli da rampa di lancio, concepita per dare una sensazione di totale immersione sensoriale. Mai completamente sbilanciato sul lato passionale ma perennemente tormentato, "Gloom" rivela un'anima introspettiva, prende in prestito il battito della dance music e lo trasmuta volta per volta in uno strumento adattabile in base all'esigenza della canzone. Non una pesantezza di comodo o costruita ad arte, la profondità dei suoni e la ruvidità delle melodie donano un'autentica sensazione di seduzione morbosa e insana.

Le pause non esistono, ed è un piacere soccombere all'estenuante giravolta di synth circolari, drum-machine e voci. L'efferato incipit di "Wraith In The Woodz" è solo l'inizio di un viaggio che prosegue con toni coerenti, dove il ritmo non straripa mai, ma implode su se stesso con effetti ben più devastanti ("Luv Sich Vampires", i magistrali stop & go di "How Couvl I", gli accenni dark-dance nella bellissima "Mother Ov God"). Le parentesi electro-pop non scalfiscono una corazza fatta di nero e orrori (il sex appeal della voce femminea in "The Bvrning" e "Yr A Ghost" oltre alla finale, parzialmente solare, "Fog Machine"), coadiuvate da due abissi neri come la pece: "Svummer In Oslo" (il pezzo più opulento e scuro dell'album) e "Don't Tvrn Yr Back On Magic" (inarrestabile e massiva).

Crossover, nome adatto per l'attitudine dei due componenti a mixare tendenze e stimoli, è un progetto che dona linfa vitale alla scena elettronica dando in pasto agli appassionati un prodotto strano e inclassificabile, apprezzabile tanto dai clubbers quanto dagli amanti dell'elettronica intesa in senso più ampio. Messo sul mercato nel periodo pre-vacanziero con scarsa fortuna, "Gloom" ha tutte le potenzialità per sparigliare le carte in tavola e mettere in difficoltà incrollabili certezze.

 (7)

recensione di Alessandro Biancalana