martedì 4 ottobre 2016

Radio Dept. : "Running Out Of Love" (Labrador, 2016)















Come accadde per il terzo album “Clinging To A Scheme”, anche questa nuova avventura dei Radio Dept. si è fatta attendere per diverso tempo. Le avvisaglie del quarto album si sono avute dal 2010 ad oggi con il rilascio di svariati singoli o EP, utili ad individuare la direzione stilistica intrapresa dalla band. Sopratutto con “Death To Fascism” e “Occupied”, uno del 2014 e l'altro del 2015, è stato chiaro fin da subito il cambio di rotta abbastanza deciso. Seppur sempre marchiata da una malinconia e una levità tipica del gruppo svedese, la spinta verso il ritmo e il quasi abbandono delle trame shoegaze indirizza il mirino verso un dance-pop screziato e fumoso, un po' come se i Depeche Mode suonassero il repertorio di una qualche formazione della Sarah Records.

Nonostante lo stranimento al confronto della drum-machine incessante della già citata “Occupied” - notare il vago sapore twinpeaksiano del synth di sottofondo - sia notevole, ciò che sorprende è la totale naturalità con cui Duncansson e soci riescano a gestire strutture ritmiche mai affrontate in passato. La straordinaria intensità di “Swedish Guns” ne è un esempio: associato all'usuale cantato appena sussurrato, abbiamo strascichi di synth, pulsazioni decise e qualche squarcio di chitarra, il tutto confezionato con una perizia tale da non disorientare ma al contrario capace di incantare. Sulla stessa scia di collocano le belle trame sintetiche di “We Got Game” e “Can't Be Guilty”, con le uniche eccezioni fuori dal coro, riconducibili agli esordi, rintracciabili in “Sloboda Narodu” e “Commited To The Cause”. Rimangono da segnalare le ariose sospensioni ambient della title track strumentale e l'insolita solarità del twee-pop elettronico di “This Thing Was Bound To Happen”. La lunga e finale “Teach To Forget”, flessuosa, robotica e perfino ballabile, mostra tutta la flessibilità stilistica dell'ensemble svedese, eliminando completamente l'uso delle chitarre e creando le stesse atmosfere irresistibili provenienti da “Lesser Matters” senza stridore ma semplicemente con strumenti diversi. A margine di qualsiasi considerazione inerente alle nuove canzoni, gli ascoltatori più attenti avranno comunque ravvisato che le pulsazioni elettroniche sono sempre state più di un contorno per i Nostri fin dagli esordi, dunque questa evoluzione è molto più naturale di quanto si possa percepire ascoltando le  tracce di questo ultimo disco.

Non un semplice album di risulta né un indeciso passo di transizione, “Running Out Of Love” rappresenta un altro importante tassello nell'importante carriera dei Radio Dept. Sempre coerenti con se stessi e mai sotto un certo standard qualitativo, confermano con quest'ultima prova la propria identità come formazione di punta nell'ambito del pop indipendente.

(7)

recensione di Alessandro Biancalana