domenica 20 novembre 2016

Isan: "Glass Bird Movement" (Morr Music, 2016)















A distanza di sei lunghi anni, Antony Ryan e il suo sodale Robin Saville si ripresentano con un nuovo disco accompagnati dal consueto sottotono. Alfieri di quel filone IDM tanto in voga agli inizi del nuovo secolo, meno celebrati dei Boards Of Canada ma egualmente brillanti, gli Isan hanno attraversato un biennio di discreta visibilità sotto la Morr Music con dischi come “Lucky Cat” e “Meet Next Life”. Colti dall'inevitabile crisi del genere e dopo un paio di album appena sotto le attese, il duo decide di mettere in ibernazione il progetto per un periodo indefinito.

Lo scorso agosto, sulla pagina facebook del progetto, appare la foto di un nuovo artwork con la relativa presentazione del nuovo lavoro, pubblicato ufficialmente il 14 ottobre. L'attesa è tanta perché, nonostante tutti sapessero che non c'era aria di scioglimento, nuove canzoni tardavano ad arrivare. “Glass Bird Movement” rievoca tutte le migliori caratteristiche della musica del duo: atmosfere ovattate, ritmi appena abbozzati, litanie ambient fra il malinconico e il crepuscolare, tante melodie semplici ma bellissime. Il risultato è di sicuro interesse sia per chi ama la musica ambient contemporanea, non troppo estatica ma fresca e movimentata, ma anche per gli storici appassionati dell'elettronica tedesca sdoganata dell'etichetta di Berlino.

Troverete in queste undici canzoni soffici intrecci electro-pop (i loop della title-track, l'empatia IDM di “Parley Glove” e “Slow Rings”), bozze ritmiche tendenti all'ambient (“Lace Murex”, la quasi impalpabile “Linnaues”), episodi più legati alla natura electro di questa musica (“Napier Deltic”,”Rattling Downhill”), il tutto condensato e cementato da una sensibilità timbrica e melodica fuori dal comune, un senso del suono che lascia incantati e sbalorditi. Manifesto dell'opera e miglior episodio è “Risefallsleep”, una sorta di emo-electro-ambient in cui i synth in sottofondo pennellano un giro strappalacrime, con forti affinità ad un altro capolavoro come “Cutlery Flavours”.

Nonostante il genere non sia più in voga, gli Isan e la loro musica possono ancora ritagliarsi spazi lasciati vuoti sia nel mercato discografico che nel cuore degli appassionati, infatti – almeno per il sottoscritto – la mancanza della magie composte da Antony Ryan e Robin Saville era palpabile.

(7)

recensione di Alessandro Biancalana