martedì 2 marzo 2010

Nightmare Detective [Shinya Tsukamoto, 2006]



comprai il dvd di questo film a natale, rimasto purtroppo sullo scaffale per troppo tempo. ieri sera avevo voglia di una tsuka-ta e dunque mi ci sono messo.

mescolando esperienze passate con nuovi spunti, tsukamoto mette sul piatto nuove ossessioni e stereotipi da spuntare con puntualità certosina.

La trama:

: "All'apice della sua soddisfacente carriera, Keiko Kirishima, una giovane e avvenente detective, decide di farsi trasferire, passando dal lavoro dietro la scrivania alle investigazioni sul campo. Per Keiko, avvezza alla tranquillità della vita d'ufficio, l'impatto con la scena del crimine sarà tutt'altro che piacevole. Nel primo caso che le viene affidato, la giovane dovrà indagare su due suicidi avvenuti in condizioni misteriose. In entrambi i casi, le vittime sembrano essere state uccise in sogno e, sui loro cellulari, l'ultima chiamata era stata effettuata digitando il numero 0. Data la situazione, Keiko e suoi colleghi si vedono costretti a chiedere l'aiuto del Nightmare detective, un ragazzo affetto da forte depressione e con tendenze suicide, dotato però del dono di poter entrare nei sogni altrui."

La componente thriller, l'investigazione e la storia di per sè hanno uno sviluppo classico, lineare, quasi schematico. sono presenti le solite dicotomie care all'autore, come metallo-sangue che risalta in maniera particolare, città-uomo, l'uomo-psiche, la psiche-incubo e così via, tutto un accoppiamento utile per rappresentare l'ossessione di fondo che è lo scontro fra vita e morte.

il succo delle due ore abbondanti qua presenti è ciò che non si vede, o meglio, ciò che si vede ma è solo accennato. Il suicidio, viatico per la resurrezione e consapevolezza di vita, diventa strumento per mostrare le zone più recondite dell'animo umano. risulta straordinario come il registra giapponese riesca a plasmare l'essenza di un evento che sancisce la fine (la morte, appunto) portandola a elemento di rinascista. Le vittime non vogliono morire veramente, ma piuttosto "sentire" la morte per poter poi riprendere in mano la propria vita. una variazione del tema davvero stupefacente, fino all'apice dello scontro che sa di metafora freudiana, lo scontro fra "0" e il tormentato ragazzo che entra nei sogni delle persone.

non voglio anticipare niente perchè la visione è la soluzione migliore per penetrare nei temi del film (se ne può parlare dopo, ovviamente), posso solo anticipare che la scala cromatica è la solita fusione fra il freddo grigio della metropoli ansimante e i colori caldi dei flash-back narranti, mentre gli attori sono diretti con straordinaria fermezza e volutamente mostrano interpretazioni quasi apatiche.

3 commenti:

  1. non ho visto il film....quindi non posso enunciare nessun tipo di pensiero...ma posso farti i complimenti per come abilmente scrivi...e per il blog davvero carino..un saluto N.

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  2. grande film anche per me.

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  3. Stupefacenti le tue recensioni su argomenti vari.
    Guardare un film e riuscire ad interpretare il lavoro del regista non è facile.
    Sei sorprendente.
    Complimenti!

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