domenica 16 ottobre 2011
FaltyDL: "You Stand Certain" (Planet Mu, 2011)
Dopo anni in cui la Planet Mu aveva drasticamente livellato la qualità media degli artisti proposti, negli ultimi tempi Mike Paradinas (per chi non lo sapesse lui è µ-Ziq) sembra aver ritrovato la voglia di rischiare. Giovani talenti provenienti da tutto il mondo compongono musica vivida, in costante tormento, tumultuosa, in poche parole nuova. Oltre al già affermato Boxcutter, sono da citare i giovanissimi Tropics che con il nuovo “Parodia Flare” mettono le mani nella psichedelia inficiandola alle basi con una sana dose di eccentricità elettronica.
Nel novero di questi autori spetta un posto anche a FaltyDL. Drew Cyrus Lustman è un giovane americano intimamente plasmato dalla città in cui vive: New York. La malinconia delle sue tracce, quel sapore urbano che sa di pioggia e fumo, la profonda desolazione analogica, il tutto fa pensare a un qualcosa che poggia le proprie basi su un oggetto mistico e mitico. La grande mela può avere questo effetto, e la musica di FaltyDL rende perfettamente certe atmosfere. Autore di un dubstep aggiornato al 2011, con forti richiami all'UK Garage, il ragazzo con “You Stand Certain” entra nel novero di quei musicisti che sono pronti a fare il botto a breve. Estremamente centrato e ricco di suoni quasi al pari del suo esordio “Love Is a Liability”, il nuovo parto di Lustman freme di ritmi, pulsioni, parole e inquietudini irresistibili. Sia che si parli di geniali strumentali giocati su doppiezze timbriche, o piuttosto di leccornie cantate da sensuali ugole femminili, la formula funziona e scorre via lasciando ricordi indelebili.
Si parte ed è impossibile non citare “Gospel of Opal”, dove l'esordiente Anneka (già presente in un gustoso EP insieme a Blue Daisy) si mette in mostra andando a braccetto con la musica che mischia sincopi, una tromba decadente e stasi da groppo in gola. Quando viene calcata la mano sull'imponenza del ritmo le tracce vanno incontro ad implosioni incontrollabili di pregio finissimo (le trame impazzite di “Lucky Luciano”, le convulsioni sintetiche in “Tell Them Stories” e “Open Space”), mentre quando la melodia prende possesso della scena si ha a che fare con nenie perfino delicate (le effusioni fumose di “The Pacifist”, l'ariosità pacifica in “Eight Eighteen Ten”). I pezzi cantati mettono in evidenza le corde vocali di Lily Mackenzie, capace sia in “Brazil” che nella finale “Waited Patiently”, di colorare la traccia con un tocco esotico che solo una voce così carismatica può fare. Nel resto del disco è continuo susseguirsi di trovate inusuali, fantasia e intelligenza compositiva. La sensazione generale è quella di avere davanti un miscuglio di suoni che non hanno un limite prestabilito, ciò che si ascolta è solo una delle mille vie che l'artista ci poteva riservare, evitando la fastidiosa percezione chiamata anche pilota automatico.
Arrivati a questo punto l'unica chiosa possibile riguarda il futuro, il nostro augurio è che FaltyDL rimanga su queste lunghezze d'onda per realizzare il suo capolavoro e far conoscere la sua musica ad un pubblico più ampio rispetto ai pochi intimi addetti ai lavori.
(7,5/10)
recensione di Alessandro Biancalana
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