sabato 4 febbraio 2012

Leila: "U&I" (Warp, 2012)


Abituata alle lunghe pause creative, immersa in un microcosmo sonoro dalla peculiarità inconfondibile, Leila Arab si rifà viva dopo quattro anni dall'ultimo - viaggio sonoro mistico e incantato - "Blood, Looms & Blooms". Abbandonato il suo collaboratore storico Luca Santucci nella sede vocale, Leila sceglie per le sue nuove tredici tracce il lanciato Mount Sims, ricordato recentemente per la pregevole collaborazione con The Knife e Planningtorock intitolata "Tomorrow, In A Year".

Dopo otto anni di pausa da "Courtesy Of Choice", con "Blood, Looms & Blooms" la musica di Leila cambiò in modo abbastanza drastico. Abbandonate le cadute downtempo che l'avevano resa celebre con i suoi primi due album, l'atmosfera si faceva più cupa, meno flemmatica ma palpeggiante, quasi a voler mettere una distanza importante fra sé e la fastidiosa etichetta da diva trip-hop sfortunata che le era stata affibbiata. "U&I" continua con questa scelta approfondendo quella miscela variopinta di elettronica warpiana e toni electro-pop magici, mischiando un gusto per il ritmo incantevole e un talento melodico cristallino. Non c'è un vero tratto distintivo nell'opera di Leila Arab, difficile marchiarla con generi o stili, l'unica sensazione percettibile è la potenza creativa delle sue canzoni. Fantasia ed estro controllati da un perfetto piano compositivo confluiscono in un risultato compatto e sfavillante, candito da un lampo di follia, mai banale o scontato, sempre in procinto di sorprendere. Sia di fronte a un assalto electro-pop (l'incontenibile "Activate I") che al cospetto di un acquerello sognante (la commovente chiosa finale "Forasmuch"), con Leila non c'è mai niente nulla di certo.

Ed è proprio il richiamo electro a caratterizzare le cinque tracce divise con Matthew Sims, aka Mt.Sims, tra scomposte pulsazioni analogiche in scia Add N to (X) ("Welcome To Your Life"), piroette al synth a ricoprire loop vocali degni del DM Stith più esagitato ("Disappointed Cloud Anyway"), fughe astrali irte di mistero e travaglio ("U&I") a rimarcare reconditi dualismi interiori. "U&I" è un album alienato e al contempo terribilmente evasivo. Leila allestisce questo suo personalissimo cerimoniale elettrico senza fornire alcun punto di riferimento, fregandosene delle regole e dei galatei. Regna incontrastata una remota esagitazione sonora, rimarcata a più riprese da folli costrutti elettronici. Così, l'irrequietezza melodica di "Boudica", anch'essa prossima alle violenti evasioni sintetiche del già citato trio inglese, diventa a pieno titolo l'emblema dell'attuale inafferrabilità produttiva della musicista iraniana, mentre l'atmosfera pregna di mistero che pervade il battito lunare di "Eight", unita alle oblique interferenze di "Interlace", pone l'intera opera su binari decisamente insoliti. La lenta divagazione cosmica de "In Motion Slow" e il ping pong astratto di "Forasmuch", spiazzano ulteriormente l'ascoltatore smagnetizzando in definitiva qualsiasi gracile certezza acquisita.

Con "U&I" Leila è perfettamente riuscita a far perdere tutte le sue tracce, lasciandoci con un pugno di cartoline ai limiti del surrealismo. Senza cedere al qualunquismo dell'"al giorno d'oggi non ci sono più dischi fatti così", possiamo solo decretare l'inesorabile successo di un'artista capace di farsi notare esclusivamente per la sua musica.

(7)

recensione di Alessandro Biancalana e Giuliano Delli Paoli

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