A distanza di tre anni dall'ultima esibizione a Bologna, i Notwist
tornano nel capoluogo emiliano nella racchiusa cornice del Locomotiv
Club. Perso per strada uno dei componenti fondatori Martin Gretschmann,
la band, ricostruita con Andi Haberl, Max Punktezahl, Karl Ivar Refseth e
Cico Becka reclutati negli anni, continua il proprio percorso di
ricerca nell'ambito discografico ed esibizione live. Come già dimostrato
in “Close To The Glass”
del 2014, i teutonici hanno dimostrato di voler dare una nuova linfa
alla propria musica, smarcandosi almeno parzialmente dall'immaginario indie-tronico
d'inizio millennio. Tale sterzata è dimostrazione di duttilità
stilistica e voglia di rinnovamento oltre che conferma delle radici
intrinsecamente rock e di band preparata e versatile.
Ascoltando
come vengono in parte modificate le sottili trame di inni generazionali
sotterranei come “Consequence”, “Pick Up The Phone” o “Chemicals”
emoziona e sorprende, confermando la deviazione verso radici kraut-rock di connazionali come Kreidler e To Rococo Rot.
Le lunghe e sinuose code strumentali, disturbanti con sfrigolii noise
ficcanti, danno dei Notwist l'immagine di una band in continua
mutazione, coscienti del richiamo derivante dai classici ma
contemporaneamente capaci di andare oltre. Ed è dunque su questa scia
che il concerto sfocia in lande malinconiche con una versione minimale
di “Trashing Days”, esplode in un implosione di suoni con versioni mai
così devastanti “This Room” e "Where In This World", proseguendo con la
nervosa “Gravity”, proveniente da “The Devil, You + Me”, da cui viene
estratta anche la gracile title-track. Da non dimenticare anche la carica rock di un paio di tracce estratte dalle loro poco conosciute origini hardcore-punk.
Si
possono apprezzare con il passare dei minuti le sferzanti manipolazioni
elettroniche di “Signals” e “Into Another Tune”, il richiamo degli
esordi con la marcetta indie-pop “Kong” e il bell'affresco electro-pop
“Run Run Run”, tutte tracce estratte dall'ultima fatica. Nonostante i
cambi di formazione e direzione artistica, a risaltare su tutto è la
solidità e perizia musicale del gruppo. Il passare degli anni e dei
suoni in voga non hanno intaccato per niente le capacità di musicisti
enormemente preparati e capaci, la stratificazione e complessità del
suono che viene fuori da ogni brano è semplicemente strabiliante. Ogni
variazione sul tema originale, sia che si parli di una coda strumentale o
di un cambio di arrangiamento, è perfetta e al suo posto. Divertimento,
balli e riflessioni introspettive, fino alla chiosa finale con “Gone
Gone Gone” dopo due encore e più di due ore di concerto.
Dopo
questo tour europeo i Notwist si sposteranno in Cina per alcuni
concerti in maggio, per poi tornare in Europa ad estate inoltrata fino
in autunno. Voci di corridoio parlano di un nuovo album in lavorazione
dopo due pubblicazioni transitorie come il live album “Superheroes, Ghostvillains + Stuff” e la raccolta di inediti “The Messier Objects”, mentre nel frattempo i Lali Puna di Markus Acher e sua moglie Valerie Trebeljahr sono in uscita con nuovo materiale a sette anni di distanza da “Our Inventions”.
Le mode passano ma i suoni e la musica che davvero vale restano, a
distanza di circa quindici anni da quando la Morr Music fece esplodere
il mercato discografico.
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