venerdì 28 agosto 2009

Flica: "Nocturnal" (Schole, 2008)



Le musiche dedicate alla notte hanno sempre una forte attrattiva. Già dal titolo, “Nocturnal”, evoca un viaggio attraverso confini di oscuri paesaggi con poca luce e molte tenebre. Il giapponese Euseng Seto (con alle spalle lo splendido “Windvane And Window”) riesce, attraverso la sua trasposizione musicale, a materializzare solo i sogni dolci, escludendo incubi o turbamenti notturni.

La mistura di musica classica da camera e delicatezze digitali è una formula abusata, a cui si concedono possibilità d’uscire dall’ovvietà solo nei casi più ispirati. Flica riesce nell’intento di esplorare un ambito nel quale è esperto esecutore da anni. “Nocturnal” è un album a cui non si possono muovere critiche. I flebili graticoli si poggiano su strutture classiche (perlopiù piano, ma anche chitarra e qualche percussione metallica), il decoro elettronico spazia con disinvoltura fra l’ambient, nei fragenti più distesi, e l’idm classica, quando il ritmo si fa più sostenuto.

Melodie fiabesche incantano per la grazia emanata (le delicate intarsiature di “All”, ricami quasi impalpabili per “Well”), negli intervalli più propriamente ambientali la batteria elettronica prende il sopravvento (il beat sognante di “Mid”, drum-machine puntuale per “Walk”). La completa riuscita delle composizioni è affidata all’ispirazione con cui le note del piano vengono impostate. La capacità dell’autore di creare le melodie portanti è davvero positiva.

Mentre arrangiamenti orchestrali di pregio incantano con grazia (l’incedere sommesso di “Light”, miniature gentili per “Find”), si viene avvolti dalla perfezione della seconda parte del disco (l’ipnotica “Fucir”, le policromie toniche di “Back”), conclusa con maestria da “Yi”. Al suo interno tutti gli elementi di “Nocturnal” collassano su sé stessi. Un flusso di cori in sottofondo, coadiuvato da uno strato di batteria, viene abilmente fuso con bollicine elettroniche e imperfezioni di contorno.

Flica, giunto a un punto cruciale della sua carriera, mette nero su bianco le sue doti con grande umiltà. Opera di forte empatia, “Nocturnal” rivela sensibilità e una visione incantata della realtà.

(7)

recensione di Alessandro Biancalana

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