Capace nel corso degli anni di creare un vero culto nei confronti della sua musica, Derwin Panda in arte Gold Panda giunge nel 2016 al suo terzo album. Dopo il discreto “Half Of Where You Live” del 2013 e la valida collaborazione con Charlie XCX in “You (Ha Ha Ha)” - dove il britannico cede la base del suo pezzo ominimo proveniente da “Lucky Shiner” -, il producer si prende una pausa compositiva di tre anni in cui gira il mondo proponendo live set e dj set.
Sembra
non essere passato così tanto quando attacca “Metal Bird”, infatti la
perfetta fusione e la sua evoluzione fra IDM, house e downtempo viene
ripresa dove il precedente disco l'aveva interrotta. Synth melodici e profondamente atmosferici in sottofondo, break
di tempo inframezzati da campioni vocali e alcuni punteggi di tastiera,
sono il perfetto inizio per un disco che sa di buona musica dai primi
minuti. Fortemente influenzato dalla vita in Giappone, le composizioni
di Gold Panda assumono una sorta di vitalità zen che porta a non
spingere mai fino in fondo sull'accelleratore, lasciando implodere
dolcemente le tracce. Ne è un esempio lampante “I Am Real Punk” o
“Autumn Fall”, con il loro incedere pachidermico ma seducente, composte
semplicemente da qualche accordo di chitarra e qualche arabesco
elettronico in sottofondo. L'elettronica d'ascolto che proviene dalla
tradizione Warp dei Boards Of Canada viene traghettata verso la modernità attraverso un senso per la composizione e un gusto unico.
Il
disco continua su questa falsariga dispensando altre gemme (la serafica
“Halyards”), spingendo in alcuni casi più sul ritmo (le più decise
“Time Eater” e “Song For A Dead Friend”) senza mai cedere il passo alla
noia o a qualche passaggio a vuoto. La stessa “In My Car” ha il flow giusto per essere piazzato in qualche clip
girata nelle notte buie di una Tokyo piovosa, mentre “Chiba Nights”
pare essere il perfetto compendio per una serata alcolica in qualche club
fumoso e desolato. Il disco non perde mai un'oncia di spessore nemmeno
sul finale, infatti “Your Good Times Are Just Beginning” - contente un
campione di "The Moon Ain't Made of Green Cheese" edita da Billy Cobham – è una stilosa tinteggiatura electro-jazz dal fine sapore cinematico.
Senza
strafare e con un polso della situazione da vero navigato, Gold Panda
supera a pieni voti la prova del terzo disco e si dirige verso il
consolidamento della sua fama e della maturità artistica, lasciando
sulle spine i suoi estimatori riguardo eventuali sviluppi.
(7.5)
recensione di Alessandro Biancalana
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