giovedì 21 dicembre 2017

Lusine: "Sensorimotor" (Ghostly International, 2017)

 A distanza di quattro anni dall'ottimo "The Waiting Room", Jeff McIlwain continua la sua esplorazione in ambiti elettronici in maniera coerente e proficua pubblicando "Sensorimotor". Frullando house-pop, IDM ed electro, l'artista, anche grazie alla non trascurabile prolificità, ha tragettato certa british techno verso l'house e il pop, in una percorso personale e fortemente identitario a distanza di quasi due decenni dagli esordi.

Il suo nuovo album si tinge di sfumature house e synth-pop, mostrando i muscoli quando serve ed usando la leggerezza e il candore di un vero artigiano. Continuando a collaborare con la moglie Sarah e la talentuosa vocalist Vilja Larjosto, McIlwain fa ancora centro con strumentali dal grande fascino electro-techno (affascinanti i clangori di "Slow Motions"), episodi evocativi e dal richiamo ambient (i flebili suoni di "Canopy"), mantenendo una certa appetibilità con i singoli pop, come al solito molto catchy ed orecchiabili (splendida "Ticking Hands", calda ed avvolgente "Just A Cloud"). La scorrevolezza degli album di Lusine, compreso questo "Sensorimotor", nascondono un'eterogeneità calcolata ed istintiva al tempo stesso, dove una forte predisposizione all'equilibrio e alla misura viene incontro alla capacità di emozionare. Questa sensazione è percepita ascoltando il piacevole alternarsi di vari umori e suoni, temperature, melodie e durate. Se dopo la già citata "Just A Cloud", synth-pop arioso e ficcantissimo, troviamo le flessioni electro di "The Level" – tutta progressioni di synth e layer sonori mutanti – ed ogni cosa ci sembra perfettamente al suo posto, è segno che l'artista ha fatto un lavoro di livello assoluto.

Poco dopo, nel caso in cui vi possa sembra questo un album di passagio o solo vagamente transitorio, potrete trovare le disturbanti membrane vocali di "Witness"- pezzo arrangiato e cantato da Benoit Pioulard -, le quali, fluttuando da un canale audio all'altro, disturbano incantando con malizia. Brano di qualità altissima e pregiata, un perfetto incrocio fra techno-pop e sperimentazione vocale. Sulla falsariga di questa scia melliflua – solo leggermente più speziata – troviamo gli stop&go che sanno molto di 2step britannica nella sinuosa "Won't Forget", poco dopo seguita dalla coda finale dell'album composta da tre strumentali degni dei migliori Gus Gus.

Jeff McIlwain, artista emotivo e calcolatore in parti eguali, mette in mostra tutte le sue qualità in un album corposo, ben rifinito e conciso al punto giusto. Il suo gusto finissimo e totalizzante rende appetibile la musica che produce ad un'ampia schiera di ascoltatori, dando agio a chi ama il pop o l'elettronica più fisica di goderee appieno senza mezze misure.

(7,5)

recensione di Alessandro Biancalana

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