mercoledì 5 novembre 2008

The Adventure: s/t (Carpark Records, 2008)



La musica dei primi videogiochi a colori d’inizio anni 90 ha segnato il modo di concepire melodie elettroniche a livello artigianale. Dal Nintendo 8 bit passando per il Sega Mega Drive, le soundtrack di alcuni fra i più famosi momenti di intrattenimento dell’epoca, sono nate come colpi di genio dalle mani di ragazzi con quattro soldi in mano e tanta fantasia in testa. Descrivere la 8 bit music come evento musicale sarebbe compito gravoso all’interno di una sola recensione, tuttavia, risulta doveroso accennare al grande innovatore Rob Hubbard che a inizio anni 80 diede vita a un mondo immenso, una comunità di appassionati, vera e propria scena del mercato elettronico con gli anni a venire. Partendo per i giocosi Dat Politics, Covox e goto80, arriviamo al 2008 con The Adventure.

Nato in North Carolina, ventiquattrenne, Benny Boeldt compone animato dalla primordiale passione per le colonne sonore dei videogiochi della consolle Sega Genesis. Come dichiarato dall’artista stesso sul sito della Carpark, il suo disco non è solo retro-videogame-music, ma un mix fra il suono kitsch di “Popcorn” a nome Hot Butter, la saturazione pomposa dei teatrini electro-pop di Sparks e Yellow Magic Orchestra e un amore sconfinato per le melodie eccessivamente curate.

Incentrata sull’uso volutamente esagerato di synth gommosi e a bassa fedeltà, l’opera omonima del ragazzo americano splende di lucentezza innocente. Non solo capace di esprimere sincera commozione per le giornate passate davanti allo schermo, Benny dimostra sapiente controllo dei mezzi nel dosare al punto giusto ogni singolo elemento. Incastri ritmici non banali si susseguono in un tripudio di linee melodiche elementari, tastiere lanciate in evoluzioni mirabili donano splendore a un prodotto che nasce ingenuo, ma finisce per essere un divertente esempio di elettronica disimpegnata. Un talento il cui obiettivo sarà quello di incamerare intromissioni collaterali che possono rendere i prossimi lavori qualcosa di inimitabile. Da non perdere per chi ha ancora in soffitta la scatola di Zelda.

(7)

recensione di Alessandro Biancalana

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