lunedì 10 novembre 2008

Les Fragments De La Nuit: "Musique Du Crepuscule" (Equilibrium, 2008)



Proveniente da esperienze di natura cinematografica, l’ensemble francese esordisce con il sorprendente “Musique Du Crepuscule” tratteggiando percorsi stilistici di grande interesse. Nata e concepita come opera magniloquente e profondamente sentita, la nutrita manciata di piéce orchestrali qui raccolte riesce a sedurre con grande fascino attraverso un mistura apparentemente monotona, ma capace di farsi scoprire dopo ascolti approfonditi. Il tempo speso per sviscerare l’anima di tanta profondità viene ripagato con l’abbagliante bellezza dell’atmosfera complessiva, evocata attraverso quadretti dipinti dagli innumerevoli strumenti impiegati. Violini stridono graffiati da un dolore indicibile, voci malinconiche fuggono impaurite come flussi di luce abbagliante, un violoncello balza assieme al piano, accorpati come un’ombra sfuggente nei pressi di una via buia.

Caratteristica preponderante di questa musica è la capacità di non stagnare in luoghi risaputi, sguscia e sfugge da ogni definizione, si ammorba autonomamente e fuoriesce limpida e pura come un liquido divino. Colonne sonore per film d’animazione noir squarciano emozioni celate (“Entre Ciel Et Fer”, “Assault”), aneliti solenni si gonfiano come fanfare opulente (“Devenons Demain I & II”), il minimalismo di note solitarie sboccia in un’angoscia straziante (“Solitude”, “. Solarisation”).

La patina vagamente ancestrale che circonda la parte finale del disco (i canti di “La Chambre Des Fées” e “Le Château Enchanté”, i frammenti notturni di “Soleils Noirs Pour Lune Blanche”) regala attimi di pura magia, rievocando alla mente frangenti musicali presenti in certi videogiochi gotici risalenti ad una decina d’anni fa (Heretic, Diablo).

La glaciale precisione e fluidità con cui il tutto scorre verso il commiato “Alpha Du Centaure” (leggermente troppo indolente) gioca a favore della scorrevolezza globale, qualità rara per questo tipo di prodotto musicale ed ulteriore stimolo per accogliere fra i vostri favori un gioiello raffinato ma non stucchevole.

(7)

recensione di Alessandro Biancalana

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