martedì 1 gennaio 2013

B. Fleischmann: "I'm Not Ready For The Grave Yet" (Morr Music, 2012)















Fra i pochi reduci dell'era indietronica ancora discretamente attivo, Bernard Fleischmann è riuscito negli anni a mutuare quell'esplosione di ispirazione compositiva in una musica personale e perfino originale. Grazie ai precedenti "The Humbucking Coil" e "Angst Is Not A Weltanschauung!", splendidamente eseguiti dal vivo anche in Italia nel 2009, il tedesco è riuscito a mantenere un'inviadibile qualità media nelle sue produzioni. Dopo un periodo di pausa ripropone le sue intuizioni con il nuovo “I'm Not Ready For The Grave Yet”. Sarà difficile per ogni lettore – anche il più disattento – non leggere una nota di acre sarcasmo nel titolo. Il nostro beniamo sta urlando al mondo che c'è ancora, ed è pronto per farci sognare.

Dimostratosi musicista dalle grandi capacità compositive e un discreto cantante, ciò che rimane da fare al veterano della Morr Music per farsi notare è tirar fuori dal cilindro belle melodie e impacchettarle con l'acume ritmico con cui si è sempre distinto. Siamo di fronte a pezzi deliziosamente gentili, precisi, piacevoli, frizzanti e vari, semplicemente carini. Nonostante l'aggettivo sia solitamente affibbiato a un prodotto poco più che mediocre, la sensazione che si prova ascoltando le dieci tracce è vera e propria carineria. C'è tutto quello di cui potrebbe innamorarsi un medio appassionato di musica indipendente: elettronica di scuola teutonica (ancora Boards Of Canada e To Rococo Rot), chitarrismo indie-rock, ritmi IDM scodellati con il misurino, cantato sommesso, strumentali ispirati e movimentati. Certo, chi cerca avanguardia o soluzioni innovative qua troverà ben poco. Nonostante gli sforzi per rinfrescare una formula risaputa siano notevoli, chi ha un minimo di esperienza riguardo questi suoni saprà esattamente cosa aspettarsi, né più né meno. Essere fedeli a sé stessi può essere considerato un difetto di staticità o un pregio di onestà verso il proprio pubblico, dopotutto non è per niente facile reinventarsi da capo quando un trend musicale esaurisce. Tuttavia, va riconosciuto al teutonico che la canzoni ci sono, e quasi tutte di ottima fattura.

Che dire del fluviale andirivieni di elettronica pastorale di "Lemminge"? Era dai tempi dei primissimi Mum che non si sentiva un tale incanto dal sapore quasi amatoriale, delicato fino alla fragilità, un vero sogno ad occhi aperti. Ed anche il pregevole lavoro di cucitura dei suoni elettronici si eleva al di sopra di molte produzioni odierne ("Don't Follow" e "Tomorrow" per esempio), mentre l'uso degli strumenti acustici risulta sempre ben amalgamato sul corpo digitale con un utilizzo efficace di chitarre e percussioni. Splendida in tal senso "Who Emptied The River", come del resto la title-track. E come ignorare il nostalgico richiamo all'IDM di "Some/Others/My Husband" in cui il ritmo sale di tono, tanto che pare di tornare indietro di quasi quindici anni? Il tutto condito da una produzione talmente precisa che i suoni sembrano esplodere fuori dalle casse tanto sono vivi e tangibili. Per non farsi mancare niente Bernard piazza in coda due ballate electro-pop dal tono quasi natalizio e melanconico - mai edulcorato - come il blues elettronico di "At The Night The Fox Comes" e l'ironica "Your Bible Is Printed On Dollars".

Se “Welcome Tourist” fu un tormentone nel 2003 – anno d'oro dei vari Lali Puna, Styrofoam e soci –, citato da tanti eminenti critici dell'epoca, questo "I'm Not Ready For The Grave Yet" sarà per il 2012 appena concluso un disco appena menzionato in qualche lista nostalgica. Questo non gli impedisce di esplodere in tutta la sua bellezza, cogliendo di sorpresa anche chi, dopo quasi dieci anni, proprio non se lo aspettava.

(7)

recensione di Alessandro Biancalana

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