lunedì 14 aprile 2008

Bitcrush: "Epilogue In Waves" (2008, n5MD)



Fra il nugolo inestricabile delle etichette presenti oggi è arduo se non masochistico riuscire a scovare realtà valide, al cui interno si muove un’entità musicale a sé stante. Il caso della n5MD, di base Oakland in California, è molto significativo. Divisa fra pulsioni post-idm e ambientazioni provenienti dal post-rock classico, la cifra stilistica del catalogo di questa realtà discografica riesce a tramutarsi in marchio di fabbrica, al livello di Type Records e Resonant.

Fra i tanti artisti che si sono lanciati e sviluppati all’interno di questa comunità, si differenzia a sua volta Bitcrush. Mike Cadoo vanta già svariati album con questo e altri moniker, la più importante fra le sue esperienze è quella con i Gridlock, ragione sociale condivisa con Mike Wells e sviluppata su territori al limite fra sensazioni ritmiche ossessionanti e velleità distese. Capace di miscelare con sapienza incredibile ingredienti e influenze variegate, Mike innesta nella sua musica un gusto tutto personale, vivido e incondizionato, sempre coerente e centrato.

Partito da un retroterra prettamente elettronico, si è poi evoluto su una formula decisamente singolare anche se non esclusiva. Ai confini di un post-rock sopraffino e tintinnante, le intrusioni digitali si fanno spesso sentire in maniera decisa e collidono con il resto della struttura, capace di sorprendere per emotività melodica e sapienza compositiva. I precedenti “Enarc” e “In Distance” erano fulgidi esempi di questa attitudine, primi due tasselli di un mosaico a tratti sorprendente.

“Epilogues In Waves”, già dai primi secondi del suo svolgimento, si candida ad opera simbolo della carriera di Bitcrush, punto di non ritorno di un processo d’ispirazione lungo e tortuoso. Fin dalle prime note di “Prologue” si viene immersi in un’atmosfera immaginifica ed estatica, un brivido comune che attraverserà tutte e dieci le tracce. Semplici tocchi di tastiera, appena solcati da un sibilo noise, calcano la scena con sensibilità vibrante. La successiva “An Island, A Penninsula” segue la stessa falsariga, composta da un accenno di programming analogico e una simbiosi batteria/chitarra talmente ben architettata da far sembrare un unico flusso i due strumenti suonati.

“Of Days” fa della sua fortuna un rullante ovattato e trattato (splendida la cassa di risonanza), in un primo episodio calmo e posato, poi saggio di una furia chitarristica senza eguali, all’interno di un finale fatto di puro rumore delizioso. Se “Tides” palpita classicheggiante con un basso che segue a ruota il pattern della batteria, la successiva “What Would Hope Be Without Disappointment” è ancor più positiva, quando il marciume digitale si infiltra come una pestilenza nello scheletro strumentale.

Piccole magie ambient nella corta “Atreaux” sono il preludio a “A False Movement, True”, una splendida suite che concentra in quattro minuti una esplosività espressiva dai rari connotati semplici ma unici.

Solcata da alcune onde marittime campionate, “Epilogue In Tides” conduce l’ascoltatore verso la conclusione dell’opera e aggiunge utili appigli per il giudizio complessivo. Sempre fedele alle idee sviluppate in nel disco, la traccia gode di grande efficacia soprattutto quando la voce decanta il suo mesto racconto. “Pearl”, con la sua sconfinata dilatazione, dona estasi esoterica a un album che si conclude mesto e sommesso con “To Drown”, marcia e industriale.

In odore di definitiva consacrazione fra gli appassionati del settore, Bitcrush incide con grande coraggio e sincerità su un genere come il post-rock, contaminandolo con le sue esperienze passate e con la grande fantasia che l’ha sempre contraddistinto, raggiungendo un risultato finale di tutto rispetto.

(7,5)

recensione di Alessandro Biancalana

1 commento:

  1. ti amo!! anche se hai tutte le foto di pulzelle fighe....

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