lunedì 14 aprile 2008

Tujiko Noriko: "Trust" (Kurage, 2008)



A un anno (o poco più) di distanza da “Solo”, la giapponese Tujiko Noriko rilascia un’ulteriore espressione della sua arte pop astratta con questo “Trust”. Contenente un misto fra pezzi inediti e remix provenienti dall’uscita precedente, quest’altra raccolta sa rivelare una parte meno ostica della sua fantasia melodica. Come successe nel passato con un disco come “From Tokyo To Naiagara”, che si tratti di episodi nuovi o di rifacimenti, la patina di sconsideratezza ritmica e timbrica che ricopriva gli ultimi episodi della sua discografia sparisce a favore di intarsiature più docili, concitate e pulsanti, ma pur sempre colme di dolcezza.

“Solo” incentrava la sua ragion d’essere in un complesso intreccio di strati elettronici e strumentali, sovrapponendo la voce quasi come un accessorio di lusso. Attraverso l’intervento di sapienti addetti al lavoro, “Trust” tenta di estrapolare da questo involucro all’apparenza indistruttibile, una concitata grazia d’estrazione pop. Le canzoni inedite evidenziano una gran voglia dell’artista di tirare il freno a mano, riuscendo a mostrare un qualcosa mai completamente nascosto, dimostrando un’encomiabile elasticità stilistica e compositiva.

L’introduzione spetta a due nuovi strumentali, “Pure” e “Opening”. Se il primo si sviluppa attraverso teneri rumori urbani uniti a un accordo di chitarra, il secondo è un geniale miscuglio di field recording, archi svampiti e un tripudio di campionamenti ben collocati e incantati. Se PPA svolge un egregio lavoro di modernariato elettronico con “Magic”, il misconosciuto Hideki Akata trasforma miracolosamente “Ending Kiss” mutandola in una ballata acustica emozionante. E’ ovvio che l’accostamento di episodi misti non è di semplice riuscita, una coerenza insufficiente può risultare nota negativa per un tentativo del genere. Tuttavia, l’atmosfera comune già descritta, permette di non far perdere il filo conduttore da brano a brano.

La nuova “Wasurenai Hikari” sboccia in un campionario di colori sgargianti, adagiata su un pattern di drum-machine incontenibile, aus conferma il suo valore assoluto mettendo le mani su “Let Me See Your Face” e rendendola un vero gioiello al pari dell’originale. “Yogoreta Te No Tenshi” è il possibile singolo del lotto, fortemente improntato alla melodia, con la voce molto ben incastrata in uno scheletro timbrico arzigogolato ma non cavilloso. Miracoli del remix, con il lavoro di Damien Shingleton con “Gift”, un flusso electro-chitarristico accompagnato dalla voce smembrata e avviluppata su sé stessa.

Tujiko è ancora in grande forma ai posti di regia e scrittura, ancora in grado di piazzare due novità come “Goopiii” e “Kumo No Ue No Denwa Box”, con la prima più conviviale e solare, a tratti simile alla connazionale Gutevolk, e la seconda più ombrosa e minimale, questa volta con un velo di malinconia complessiva a coprire i suoni. Due rivisitazioni differenti di “In A Chinese Restaurant” (una di RdL e l’altra di tyme.) sono intervallate da un altro centro di Damien Shingleton (splendido il suo “The Great Advantage Of Being Alive”) con “Ending Kiss”, capace di sviscerare dall’anima di un violino un suono a tratti davvero unico.

La corta e conclusiva “Unmei” è un piccolo compendio che riassume con tatto il senso della musica di Tujiko Noriko, fra le più originali formule pop provenienti dal Giappone, la cui anima s’è evoluta con gli anni, sempre prodiga di sorprese e conferme.

(7,5)


recensione di Alessandro Biancalana

8 commenti:

  1. che bello, non sapevo di un nuovo cd di Tujiko Noriko...

    interessante il paragone con la mai troppo lodata Gutevolk, che trovo anch'io forse più malinconica, ma infinitamente più profonda!

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  2. se ami tujiko ne sarai sicuramente soddisfatta, è un gran bel cd.

    per quanto riguarda gutevolk, se non l'hai già fatto, ti consiglio di cliccare sul link presente nella recensione e leggerti la mia monografia... ah fammi sapere se ti piace.. :-)

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  3. La tua monografia su Gutevolk l'avevo gia letta tempo fa... sono un vero ultrà della signorina nipponica e a te va il merito dell'unico intevento critico su di lei in lingua italiana, per questo ti ringrazio!

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  4. beh grazie, che dire, sono immensamente soddisfatto delle tue parole! anche se le soddisfazioni si riducono a piccoli lumicini è pur sempre bello leggere parole come le tue... pure io sono un suo fan..

    conosci altre punzelle tipo moskitoo, midori hirano, caroline e piana?

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  5. Delle tipe che nomini tu mi piace moltissimo Piana.

    Sempre in campo nipponico mi piace molto Migu (mi pare di aver letto un tuo articolo su lei, sbaglio?), Misswonda e in ambito più pop AI Otsuka.

    Sto periodo mi sto ammalando seriamente con i Color Filter e gli Sugar Plant, nn so se li conosci...

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  6. eh perbacco ma allora sei un fan del mio blog! l'articolo su migu lo scrissi quasi 3 anni fa! :D sono davvero commosso.. lei è stata la batterista di cornelius!



    misswonda non la conosco.. cosa fa in particolare? amo anche io ai otsuka..

    ho sentito nominare color filter ed adoro anche io i sugar plant..

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  7. eh si in effetti è un pò di tempo che seguo il tuo blog, più che altro perchè ho sempre trovato recensioni di artisti che pensavo (con molta presunzione!) di conoscere solo io!!

    Poi anche perchè grazie a te ho scoperto anche roba che nn conocevo prima, chiaramente.



    Misswonda fa una sorta di elettronica, molto virata sul pop, con una voce whisper; ha fatto un solo disco fino ad ora che a me è piaciuto molto...



    Dei Color Filter devi assolutamente ascoltare "Sleep in a synchrotron" che è il loro "classico", anche se pure l'ultimo "Blueberry" non è davvero niente male!

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  8. cerco la roba che mi consigli assolutamente... se vuoi fare due chiacchiere più comodamente il mio contatto msn è tmtd@hotmail.it

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