lunedì 11 maggio 2009

Mokira: "Persona" (Type Records, 2009)



I suoni dello svedese Andreas Tilliander sono manifesto di un’intera generazione di produttori elettronici. Dopo le prime opere glitch all'inizio degli anni Duemila, sono arrivate le trasformazioni legate alle produzioni su Type Records, con risultati a tratti decisamente positivi. Sempre ispirati a una forma adagiata e distesa di ambient, i pattern stratificati del musicista svedese colpiscono per la loro semplice bellezza, che nasce da un'operazione di sottrazione a cui si aggiunge un’attenta ricerca tonale ereditata dai maestri del minimalismo.

La musica di Mokira è fatta di distese glaciali finemente perturbate da punteggiature impercettibili (“Lord, Am I Going Down?”), si concretizza nelle trame di colonne sonore per sogni malinconici e profondi (la lunga e fascinosa “Valla Torg Kraut”), raggiunge l’apice del suo potenziale evocativo quando gioca la carta delle tinte oscure (i contrappunti riverberati di “Contour”), si districa con fatica quando mette in campo melodie puramente digitali (i loop poco consoni al contesto in “Oscillations And Tremolo”).

Il silenzio sferzante che solca tutta la durata di “Invitation To Love” sfocia nella struttura ciclica che riprende il via dall’iniziale “About Last Step And Scale”, lunga e progressiva materializzazione di un limbo immaginario. Un espediente già ampiamente usato in passato e di grande impatto nel caso in cui il tutto funzioni in modo scorrevole. La coesione di queste composizioni favorisce una sensazione di esperienza totale, stimolando il fruitore a ripetere l’ascolto.

Nonostante si inserisca in un filone che fatica a rinnovarsi, “Persona” dimostra e conferma la statura di un artista rimasto nel sottobosco per molti anni (da ricordare la sua attività di produttore per molti album della stessa Type). Un’ora scarsa di placide melodie assonnate, solcate da sussulti mai troppo invadenti.

(7)

recensione di Alessandro Biancalana

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