martedì 14 settembre 2010

Audio Bullys: "Higher Than Eiffel" (Cooking Vinyl, 2010)



Fin dai tempi di maestri come i Rage Against The Machine, il crossover è stato un filone abbastanza inflazionato, per quanto ricco di ispirazione. Successivamente caduto in disgrazia a livello di qualità e concretezza, si è smarrito in una miriade di formazioni attente più al mercato che ai risultati artistici.

Titolare di due discreti album di hip-hop a metà fra tentazioni urban-pop e violenza lirica ("Ego War" è il migliore), il duo Audio Bullys, che ha tratto origine da quella temperie stilistica, giunge al nuovo "Higher Than Eiffel" con immutato spirito di sperimentazione e sfrontatezza compositiva. Mentre in precedenza le radici hip-hop non erano sporcate quasi per nulla, in questo nuovo capitolo gli elementi sono innumerevoli: rock d'assalto, hip-hop, ritmi techno, pop. La durata ragguardevole, sviluppata lungo quattordici tracce, rende possibile lo svolgimento di queste idee in modo fluido e coeso. Il tutto è perfettamente condito da un'atmosfera vagamente scabra e violenta, che si distingue agevolmente, facendo pensare quasi alla colonna sonora per un film di fantascienza torbido e tormentato.

Mentre ritmi serrati scorrono inarrestabili (il riff incandescente e reiterato di "Only Man", i synth allo stesso tempo giocosi e ferrei di "Drums (On With The Story)", gli assalti techno-pop di "Feel Alright"), gli intervalli sono incentrati su episodi pop-rock niente affatto banali (il basso tellurico di "Twist Me Up", l'approccio brumoso e scuro di "Daisy Chains", perfetto incrocio fra fiati e percussioni  in "Dynamite"). Non c'è limite né timore di sbagliare il tiro, fra una versione stravolta dei Police (la finale "Goodbye"), gioielli di urban-pop (l'accoppiata "London Dreamer"-"The Future Belongs To Us" è davvero inappuntabile) e cadute di stile marginali ("Kiss The Sky" è un electro-clash che sa di già sentito).

"Higher Than Eifeel", oltre ad avere il merito di rilanciare un gruppo rimasto un po' in sordina, mette in ordine tanti tasselli con precisione certosina, rivitalizzando suoni ormai dimenticati. Un esempio di rara audacia e coraggio stilistico, tipico di chi ha ben presente ciò di cui è capace. Gli Audio Bullys sono fra questi fortunati.

(7)

recensione di Alessandro Biancalana

Nessun commento:

Posta un commento