lunedì 6 settembre 2010

Greie Gut Fraktion: "Baustelle" (Monika, 2010)



Le collaborazioni femminili hanno sempre ispirato AGF. A partire dal lontano “Before The Libretto” con le Lappatites, passando per ottimi dischi come i sodalizi con Zavoloka (“Nature Never Produces The Same Beat Twice”) e l’artista visiva Sue Costabile (“Mini Movies”), Antye ha sempre associato grande valore simbolico alle opere tutte al femminile. Questa volta è una sua conterranea a unirsi: Gudrun Bredemann. Componente principale di una delle migliori band della new-wave berlinese anni 80 (Malaria), la musicista si è riciclata egregiamente con lo pseudonimo Gudrun Gut. Autrice da diversi anni di un moderniato techno tutt’altro che trascurabile, la compositrice pare la perfetta spalla di AGF.

Nonostante venga mantenuto un certo appeal sperimentale, le due artiste lasciano andare fantasia e giocosità in un album solido e compatto. Si notano decise differenze rispetto all’ultimo lavoro di AGF e alla sua carriera solista in generale. Come avviene con gli album sotto il moniker AGF/DELAY, il ritmo è più regolare, preciso, monolitico, la ricerca di una forma perfetta di pop tecnologico è quasi viscerale e spasmodica e in ogni episodio si percepisce uno sforzo di idee che porta spesso dalle parti di un techno-pop disarticolato deciasmente poco ordinario. L’influenza della vena luciferina di Gudrun Gut condiziona il tutto, conferendo un tocco etereo e mistico ad alcuni pezzi, trasformati in una massa informe di suoni e voci.

Mentre le pulsazioni prendono il sopravvento (in “Wir Bauen Eien Neue Stadt” e “Mischmaschine” splendono pattern di drum-machine efferati), le quiescenti manie industrial sporcano non poco il normale incedere del disco (la nenia “Drilling An Ocean”, i riflessi metallici di “Betongiessen”, miasmi silenti per “Grossgrundbesitzer”). Le scosse dub fanno parte di un campionario di suoni mai domo (“Cutting Trees”, “Baustein”), al cui interno riesce a farsi spazio anche il proto-rock fittizio e imbestialito di “White Oak”.

Acclarata la serietà delle artiste, non si può che decretare l’ennesimo centro per AGF, la cui immancabile genialità sfuggente costituisce l'essenza di un progetto artistico che ha già offerto numerosi frutti. La sua arte sgorga da una filosofia di vita capace di sviscerare melodie da ogni spunto, creando sempre nuovi stimoli ed entusiasmi per lei e per gli ascoltatori.

(7,5)

recensione di Alessandro Biancalana

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