giovedì 31 agosto 2006

Camera Obscura: "Let's Get Out of This Country" (Merge, 2006)

















il nuovo album degli scozzeri camera obscura è bellissimo.

loro sono una delle "mie" band.

sognavo nel 2003 con l'uscita di Biggest Bluest Hi-Fi, uno degli album pop più belli degli ultimi anni. al banco di produzione stava Stuart Murdoch dei Belle & Sebastian e si sentiva. oh sì, quel pop così poteva uscire solo da quelle mani.

poi venne il secondo Underachievers Please Try Harder. la voce di Tracyanne Campbell prendeva ancora più campo, le influenze (Belle & Sebastian, Of Montreal, Field Mice) che potevano parere ingombranti ora sono soltanto ispirazione cristallina. Pezzi come Your Picture, Lunar Sea e Keep It Clean sono gioielli pop di rara raffinatezza.

eppoi viene questo, arrivato a noi dopo un periodo abbastanza bruttino per la band. prima la morte di John Peel, loro grande estimatore e sostenitore, poi la perdita di John Henderson come componente della band.

pareva quasi la fine ed invece l'anno scorso viene pubblicato l'EP in onore di Peel dal nome I Love Jean.

L'album che ne esce fuori, ispirato dalla vena compositiva delle tracce provenienti dall'EP citato poco fa, da mesi è uscito anche in Italia.

Armonie vocali deliziose, partiture classiche, pure canzoni pop composte con amore e dolcezza.

l'iniziale Lloyd, I'm Ready to Be Heartbroken ti si stampa in testa e puoi arrivare ad ascoltarla anche 30 volte di seguito. non c'è scampo, la melodia è maledettamente sinuosa e sbarazzina al punto giusto. aperture ariose ed emozionanti, voce raffinata, leggermente infantile, refrain regolare e balzellante. forse il mio pezzo pop dell'anno.

Si passa dalla ballata dal sapore melanconico di Tears For Affairs, si attraversa con il sorriso i quattro minuti scarsi della spensierata Come Back Margaret, fino ad arrivare al country rustico e percussivo di Let's Get out of This Country.

Dory Previn dondola tra un accordo di chitarra disteso, un fraseggio di tastiera disciolta in un raggio di sole, una voce femminile che racconta storielle di un paese lontano.

Eppoi, ancora, la claudicante The False Contender, sorretta da una batteria poverissima, l'essenziale e necessaria canzone tutta voce e chitarra da far emozionare anche un pezzo di ghiaccio la si può trovare in Country Mile.

Rock sporco e lasciato a sè stesso in If Looks Could Kill, lascito finale di toccante leggiadria nella conclusiva Razzle Dazzle Rose, un pezzo che ti lascia il sorriso sulla bocca qualsiasi cosa ti sia successa.

un amore di disco, c'è poco da farci..

Nessun commento:

Posta un commento