venerdì 4 agosto 2006
Playlist 28/7 - 04/8/2006
Natsume: "Marakesi no Hana" (Noble, 2003)
la noble continua con il suo percoso nella "musica per la vita di ogni giorno".
nei dintorni dei validissimi world's end girlfriend, cinq, tenniscoats, questo album si colloca in mezzo alla proposta di questi artisti risultando un disco estroso e inusuale.
un folk spirituale, molto profondo, sferzato da rumori elettronici e intriso da una patina sognante che lo trasforma in un sogno dolcissimo ad occhi aperti.
i componenti del progetto sono Fuminosuke e Shoji Hiromitsu (già in Tsuki No Wa), con l'aggiunta del chitarrista Munehiro Yamada, componente del gruppo di post-rock strumentale F.L.Y.
bellissima la title-track, circondata da campanellini, xilofoni, percussioni ovattate, bollicine di synth dolcissime.
il mantra di Johnny Guitar ammalia con furbizia, la finale Takeda no Komoriuta è essenziale e granitica, un folk fortemente influenzato dalla musica tradizionale giapponese, una musica nata per suscitare pace, amore ed emozioni a profusione.
[7]
Ramona Cordova: "The Boy Who Floated Freely" (Eca, 2006)
sulla scia del folk-pop di stampo femminile, questo album si mette in evidenza per una serie di inserzioni stilistiche molto particolari e azzeccate.
dalla tastiere dilungate e malinconiche di Giver's Reply fino al cantato incalzante della finale Take Flight. il disco non è monocorde e nonostante siano presenti diversi pezzi chitarra-voce e poco altro, le emozioni che sprigionano da queste note sono molteplici.
dalla malinconia sbarazzina della già citata Giver's Reply, angoscia spaurita (Mixing The Potion), calma sorniona (Heavy On My Head), amore sperduto in Hot And Heavy Harmony.
la sua voce è molto profonda e personale, poliedrica e simile a una certa Leslie Feist.
i suoi piccoli gioiellini non raffinati sono dei tesori che debbano essere scoperti...
[7]
Planningtorock: "Have It All" (Chicks on Speed, 2006)
molto strano questo disco.
pezzi di jazz mutante traslati in un contesto pop. dalla chicks on speed un disco così non me l'aspettavo.
Janine Rostron già la conoscevo per i vari remix che ha rilasciato in giro per il modo, per artisti di un certo calibro come The Knife, the Soft Pink Truth e Kevin Blechdom.
strana questa opera, dicevo. sì, davvero particolare.
si passa dal miscuglio di cori sconclusionati e onirici uniti a percussioni elettroniche di Changes, si fa clap-clap davanti al pop stupido di Local Foreigner, si lascia mente e cuore all'ascolto di quel piccolo capolavoro di artigianato melodico che è Never Going Back.
una fortissima estrosità compositiva, tenuta a freno da una grande precisione nel cesellare melodie mai banali nè ripetitive, in cui l'elettronica non risulta invadente ma soltanto un piccolo particolare che aggiunge colore al suono.
Si ripete la magia con un tripudio di archi campionamenti accompagnati da una voce in preda a un disturbo non ben definito (Think That Thought), c'è da piazzare un pezzo sulla dancefloor di tendenza perchè proprio questa title-track non ne vuole sapere di farci stare fermi.
[7,5]
il resto:
Agalloch: "Ashes Against The Grain" (4,5)
Autour De Lucie: s/t (7)
Dot Allison: "Afterglow" [8]
Dot Allison: "We Are Science" (7,5)
Dusted: "When We Were Young" (7)
Bent: "Programmed To Love" (7)
Andy Vaz: "Repetitive Moments Last Forever " (7)
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