venerdì 21 luglio 2006

Cristian Vogel: "Beginning To Understand" (Mille Plateaux, 1994)



















conosciuto principalmente per la collaborazione con Jamie Lidell dal nome Super_Collider.

Insieme, sono riusciti a creare un riassunto di musica inusuale e nuova.

però, cristian, prima di questa attività, ha mandato alle stampe degli album che hanno fatto storia. un tassellino di techno l'ha messo anche lui.

questo è il suo esordio ed anche la prova più importante della sua discografia.

cataclismi electro-techno di provenienza spaziale, claps come se piovesse, sperimentalismi di derivazione minimal. è un album che si trasforma in incubo pian piano che progredisce. bastardo, cattivo e stridente.

L'iniziale Machine è un continuo sbattere di una drum-machine plastica e rimbombante, sibili di un synth irriconoscibile, scrosci di rumore danzerino creati da un complesso di musica dance aliena.

Sub-Aqua (Scuba Dub) è inizialmente un tripudio di suoni electro che sciabordano liberi e confusi, successivamente gli immancabili claps mutanti mettono in campo patterns scomposti e sgangherati, componendo quel tipo di pezzo che ti fa trasportare direttamente su in cielo. Gommosità stellare.

Hupklap è una vera e propria droga elettronica, perchè, quando confluiscono scemenze ritmiche, tastiere allucinogene e loop metallici, c'è davvero da perdere la testa. ma proprio ascoltare e letteralmente impazzire. la cassa che sbatte con cadenze ravvicinate è pura libidine techno.

Alien Conversation è davvero un pugno nello stomaco alienante. Sentire le voci provenienti dal pianeta sconosciuto e percepire il salire di un rumore che lascia straniti. Cresce, con lentezza dolorosa, un battito sordo e minimale, il rintocco di un ritmo danzerino e schizofrenico, l'inizio di un marasma notturno di rara bellezza compositiva.

lasciate andare mani e corpo sulle note di Scorpio, strozzate ogni rumore estraneo davanti al capolavoro della title-track. sì, perchè questo pezzo è davvero fantastico. Golosi contorni plastici effigiano una degli spaccati di electro-techno più belli mai ascoltati. Qua c'è dentro Carl Craig, qua c'è dentro tanta minimal, nelle viscere di questi minuti c'è qualcosa di veramente prezioso. L'aggiungersi di vari armamentari percussionistici non fanno che ingolosire ancora di più l'ascoltatore, rendendolo completamente inerme davanti (anzi, di fronte) a un qualcosa di così trascinante.

Going The Distance è la colonna sonora per una passeggiata in un cimitero oscuro. Passaggi di synth gocciolanti dolore, scomposti suoni acustici, battiti di drum-machine decisi e puntuali. Bollicine digitali spumeggiano con apparente felicità, i cigolanti suoni simil-metallici conferiscono al pezzo un qualcosa di misterioso. A me questa traccia fa davvero paura (in tutti i sensi..), sopratutto mentre l'ascolto di notte.

Space Between Stars si lancia in una sorta di trance sognante e ripetitiva, lasciando nella memoria dell'ascoltatore quello scatafascio timbrico che è la parte centrale della composizione. grooves che si schiantano l'un con l'altro, stop&go, rullanti che sfumano nel silenzio dopo un effetto destro-sinistro da lasciar con la bavetta alla bocca.

Heartfelt è più minimale e meno d'attacco, adatta per un ballo solitario e gentile, condotto da quel synth che non fa che suonare cosmico, trasportato da una tastiera saltellante. L'unico pezzo che rimane con i piedi per terra, senza sfigurare.

Il finale spetta alla fantasiosa No Time Remaining (00:00). Stramberie targate Vogel.

questo è un disco che rimarrà per sempre ricordato come un qualcosa di fondamentale.

i love this techno.

Nessun commento:

Posta un commento