domenica 9 luglio 2006

SECEDE













Secede aka Lennard van der Last è un olandese sconosciuto.

i suoi dischi e la varie collaborazioni (sia in fase di composizione che di mixing) disperse per l'europa son sempre state di un certo rilievo, senza desiderare i piaceri della ribalta continua il suo lavoro, evolvendo una formula mai così brillante.

Pianista precocissimo (a partire da 8 anni), inizia dopo poco a mettere le mani su un computer ed inizia, seppur con risultati infantili, a comporre i suoi acquarelli sognanti.

Superata questa fase di approccio con gli strumenti digitali, inizia ad innamorarsi della tastiera del fratello, interrompendo prematuramente le lezioni di piano, che era e, probabilmente, rimane il suo strumento preferito.

Già all'età di 12 anni inizia a sperimentare con synth ed altri apparecchi elettronici come drum-machine, delayer e campionatori. Le sue primissime registrazioni, sono state rilasciate in questa stella:

















Secede: "Mommylove & Daddypride EP" (Monotonik, 2002)

il titolo è più che eloquente, visto che effigia un periodo della sua vita in cui la propria famiglia era la cosa più importante di tutte.

solo 4 pezzi, ma un'infinità di idee e ispirazione.

pubblicato a suo tempo dalla grandissima netlabel Monotonik, l'EP è la testimonianza del talento che straborda da questo ragazzo.

tutte composizioni fragili e minuscole, piccoli frammenti di cristallo luccicante.

Depart & Arrive è una musichetta attraente e viva, Option Screen (Phantas) mi contagia mente e spirito, con il suo srotolarsi timido e gelido.

Seafold è un IDM addolcita e tenera, piccoli ricami ritmici di grazia estatica in I Can't Help Fearing You.

non un capolavoro, certo, ma un EP di valore, un'opera piena di significato per l'artista, e utile anche per comprendere le sue basi, il seme da cui sono nati i due dischi successivi, fortemente più significativi.

Essendo in possesso di una discreta capacità melodica e un senso del ritmo fuori dal comune, attraverso la rete, entra in contatto con l'artista elettronico Proem (anche lui, da trattare a parte!) che lo introduce all'interno dell'etichetta Merck, altra tappa d'obbligo per comprendere l'andamento dell'elettronica odierna.

Saldato il rapporto con la Merck, nel 2002, escono vari remix per artisti come Sleepy Town Manufacture, Machine Drum e Ilkae. tutti di ottima fattura e molto personali, con una forte tendenza all'atmosfera distesa e ammorbante, gentilmente movimentata e mai stucchevole.

Un anno molto ricco anche il 2003, in cui si battezza con un nuovo moniker, Aii, ed entra come remixer nella rimodellazione (dal titolo stesso) del bellissimo disco ambient-techno di Norken, dal nome Blue Divide (Remodelled).

Il pezzo in questione si chiama Shifting Towards ed è l'ennesima conferma di quanto il suo stile musicale sia di primo piano, non un artista per caso, ma una personalità spiccata ma appartata, un talento innato ma non ingombrante.

Continua la collaborazione con la Merck, e continua il lavoro con i Machine Drum, entrando con forza nel 12" Half The Battle 2, peraltro nell'episodio più convincente del disco (6 pezzi in tutto).

Nei rimasugli di un 2003 attivissimo e pieno di soddisfazioni, c'è l'inclusione in una splendida raccolta della Merck, dal nome Merck Mix 1, Spring 2003, con il pezzo Yo What Uh Yeh.

dietro a tutta questa attività da remixer, c'è in cantiere un disco solista, completato sempre nel 2003.

















Secede: "Bye Bye Gridlock Traffic" (Merck, 2003)

commevente, dolce e silenzioso.

sono le prime tre parole che mi piombano in testa appena penso a questo disco, e sopratutto quando lo metto nel mio lettore e premo sul tasto play. ricordo sempre quando lo comprai quasi per caso, attratto dalla copertina interrogativa ma così bella, imperscrutabile e preziosa. ed è anche l'opera con cui ho conosciuto Secede.

rimasto completamente inosservato nel suo paese (fatto molto usuale in Olanda, dice lui stesso) il disco riscuote discreto interessamento in Giappone (guarda un pò..) e negli USA.

E' un album che va ascoltato con cautela, senza fretta, non si deve aver paura dei primi ascolti, magari affrettati. è un disco che va vissuto nelle sue interiora, esplorato con tutta la pazienza e la passione necessari.

Un modo per assaggiare il suo talento anche in fase di scrittura, processo che si compirà definitivamente nel disco successivo, il suo capolavoro.

Se Big Day Out incanta con il suo fare gentile e malinconico, avviluppato su fraseggi digitali graziosi, Hotel invischia la mente in una melassa acidissima, cesellando la colonna sonora per un ambiente privo di atmosfera.

Rimango sempre a bocca aperta come la prima volta, quando ascolto la sequenza fatata di Unbound e Now I Can Weave Magic Spells, lasciando l'esistenza terrena e lasciandomi trasportare da queste lande proto-ambient. vagamente screziate da bollicine digitali, quando il suono è fermo e statico, quasi immobile, quando la ritmicità aumenta pacata, sommessa, quasi timida.

C'è un qualcosa di cosmico in Return To Island CX, e la conferma della nascista di un piccolo genio si ha, in prima battuta, con Outran e, in maniera definitiva, con la title-track. un flusso di pensieri, immagini, schiocchi meccanici e orizzonti irraggiungibili.

conclude, dopo un altro episodio interessante come Say I Said So, la lunghissima Age Tandems, un vero e proprio pezzo ambient, periodicamente frastagliato da instabilità digitali, tredici minuti belli e importanti, un finale che lascia all'ascoltatore, nel suo animo, un senso di irrequietezza e pace.

Dopo questo album, viene un periodo di grande silenzio, essendo Lennard un ragazzo molto schivo, solitario e fortemente disgustato dal caos del mondo odierno. Barricato nella sua casa, i suoi unici compagni sono il laptop ed alcuni strumenti, esce solo per comprare da mangiare e per mantere rapporti con i suoi amici in ambito musicale.

La grande amicizia che lo lega ad un altro artista dal calibro di Kettel, si concretizza con un interessamento per il suo nuovo album (che in origine fu chiamato Silent Flower Observers) da parte della Sending Orbs, etichetta nata nella sua terra natale, l'Olanda. Il materiale ricevuto lascia entusiasti gli addetti ai lavori, e gli viene lasciato a disposizione un studio di registrazione per preparare il suo capolavoro.

















Secede: "Tryshasla" (Sending Orbs, 2005)

qualche immagine in più, per i bellissimi disegni all'interno del package, disegnati dell'artista olandese Jeroen Advocaat.

Lo stesso Lennard definisce il suo album "last dream of a person dying, drifting off to a fantasy land called Sanda". Una morte pacifica, solitaria, senza dolore, quasi un sonno involontario che si potrae fino all'infinito. Una fiaba che è stata accostata ai romanzi fantasy, addirittura definita come la possibile colonna sonora per i lavori di Tolkien.

E' davvero un album molto importante questo Tryshasla. ci lascio dentro tantissimi ricordi, e parlarne con un minimo di spirito critico è un'impresa.

L'ambient spirituale, quasi eterea, si miscela con scatti ritmici tipici della prima IDM, i frangenti più meditativi prendono spunto ed ispirazione da mostri sacri come Brian Eno e Tangerine Dream, gli scampoli più oscuri mostrano riconoscenza per l'atmosfere dark-ambient più distese.

L'iniziale Hospital Requiem, introduce l'opera in una marea di bleeps spaziosi e dilungati, una voce dal tono possente annuncia chissà quali sentenze, il tappeto sonoro disorientante, conduce i sensi, chiudendo gli occhi, ad un paesaggio mattutino silenzioso, screziato dai rumori naturali, da quei sapori che solo la pace può regalarti. Un quardo, potrei definirlo così questo pezzo. Un quadro che si può figurare liberando tutti i sensi davanti a questi suoni, lasciando andare la mente verso lidi disegnati con precisione puntigliosa.

Foliage riprende il discorso appena lasciato in sospeso, sviluppando la formula con tocchi di elettronica acquatica, scorrevole ed elegiaca. Strane oscillazioni spaziali lasciano il posto a pulsioni rimbombanti.

Il vento che scaccia i pensieri, spostando ogni cosa, si presenta nella bellissima Leraine, forse il pezzo più movimentato del disco. Introdotto da momenti di gioia concreta, il beat si sviluppa con il passare dei secondi, conducendo al groove perfetto, fra battiti gentili e tastiere impazzite.

The Realms Of Sanda è un capolavoro. non ho davvero parole. parlarne è davvero, ma davvero difficile. Si parte con campionamento concreti, rumori di vita quotidiani mischiati con stranezze elettroniche.

Nel momento in cui il tutto va a sfumare, sorge incantevole la partitura puramente elettronica, e non c'è davvero scampo. Il suo svolgersi lento e soffuso è un piacere per i sensi stanchi e spossati, gelidi tocchi di chissà quale provenienza toccano le corde emozionali più profonde, attimi più colmi di suoni, si alternano con naturalità a scampoli di silenzio. La conclusione di questa gemma mi lascia senza niente da dire, solo un grande piacere invade la mente, e non c'è altro da scrivere.

Ancora solennità ambient, fra citazioni coraggiose e personalità stilistica (The King Of Sanda, Terata), lande ambientali cristalline, lucenti e sibilanti (Kingdom Of Hearts ).

Se Friday Fall rappresenta forse l'episodio più meditativo ed astratto, Shine innesta un piano, suonato direttamente da lui, a testimoniare con il suo primo strumento non è mai stato dimenticato. Ed è proprio questo il pezzo più sentito, nel quale percepisco una voglia straripante di suscitare emozioni nell'ascoltatore, con solo le sue dita e una cicala che canta svogliata. Fantastico, davvero fantastico.

Rimane Born In A Tropical Swamp, nel mezzo del disco, forse l'episodio più coraggioso (più di nove minuti). Si ibridano partiture calme e paficifiche, ritmi scomposti e stravolgimenti di vario genere. Leggermente confusionario ma egualmente positivo.

La conclusione spetta ai quei due minuti dal sapore amarognolo e disperati di We No Longer Need Ourselves, in cui il rumore si accoppia pacificamente con l'amore per la musica colorata e pura. Il suono del treno, sul finire, ci saluta, partendo per altri per altri mondi, altri paesaggi, altre emozioni.

Lennard vive attualmente nella città di Hilversum e sta sempre rinchiuso in una casetta, il suo attuale microcosmo, dove sta componendo musica, immagini e suoni.

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