mercoledì 12 luglio 2006

Takagi Masakatsu: "Journal For People" (Carpark Records, 2006)

ristampato da poco uno dei più grandi capolavori dell'elettronica giapponese, ed a mio modo di vedere

uno dei lavori più importanti nell'ambito della sperimentazione-tutta. La ricerca della melodia giusta per far incontrare strumenti acustici e manipolazioni elettroniche ha pochi eguali per bellezza, grazia e gentilezza timbrica.

la copertina originale era questa:










per l'occasione è stata cambiata:

















originariamente pubblicato dalla Daisyworld Discs, ora la Carpark Records (mamma mia che etichetta!) ristampa il disco, in origine licenziato nel 2001, e non posso che scriverne qualcosa.

oltre al cd viene aggiunto un dvd contenente un'installazione a cui si accoppia ovviamente la musica.

rimango allibito, sempre come se fosse la prima volta, quando ascolto J.f.p.. Un miscuglio di timbri elettronici strutturati e ciclici, un piano gelido in sottofondo, il beat che pian pianino sale di colorazione ed il cuore che mi balza in gola. le instabilità che si presentano fracassano da ogni parte e si frammentano in piccole particelle glitch di bellezza cristallina. questo pezzo trascende dalla realtà proprio, non un capolavoro ma la traposizione dei movimenti di una stella e dei suoi suoni più intimi. ascoltarla in una notte d'estate, distesi sotto le stelle. questo è il miglior modo per capirne il significato.

Aqua è un capolavoro di campionamento concreto, il suono dell'acqua corrente accoppiato a una nota di piano come se fosse una pallottola di fucile velocissima, Wonderland, come da titolo, è un sogno ad occhi aperti, la colonna sonora per una nuvola gigantesca dove abitano angeli celesti.

L'accoppiata Uter1, Uter2 insegna un pò a tutti come si deve fare a comporre una traccia elettronica/chitarra. accordi smembrati e privati della loro anima originaria, infinitesimali sporcizie digitali contornano l'acquarello sonoro, arricchendo in maniera gentile, senza saturare l'atmosfera.

la prima è più progettata e strutturata, meno caotica e più dolce, la seconda è leggermente più oscura e sconclusionata, viene aggiunto il solito piano dolentissimo, con l'apporto di tanta malinconia e un goccio di follia compositiva.

Il terzetto Ketie1, Ketie2, Ketie3 è un altro centro assoluto.

prende il largo il ciclo di timbri, in Ketie1, come se un carillon fosse impazzito e suonasse la sua musichetta senza dar peso al resto, uno xilofono pare richiamare alla mente il suono di una goccia di rugiada scintillare in ruscello (Ketie2), una drum-machine, unita a un synth spumoso, mettono insieme tutti gli elementi per strappare due lacrime. la perfezione è vicina, infatti manca il terzo episodio.

schiocchi digitali completamente fuori registro, senza una struttura prestabilita, si auto-generano, come in un processo chimico, il tutto si prolifica secondo il caso. una fisarmonica (!!!) si innesta, come se niente fosse. non risulta assolutamente fuori contesto, anzi. le due anime del pezzo fanno l'amore e si uniscono, scambiandosi la scena, entrando possesso della nostra mente a turno. un pezzo interstellare, magnifico, magico. imperdibile.

I 6 minuti di Birdland mettono a tacere ogni pensiero malsano si abbia in testa, da tanto il suo afflato sia gentile e conciliante, piccoli rigoli di elettronica si fanno vivi in mezzo a tripudio di gemme sonore provenienti da un piano suonato da milioni di mani.

Perdersi nei meandri di Waltz è un qualcosa di facile e benvoluto, dove lo strumento portante del disco viene sovrastato o circordato con sibili noise, piccoli rumori di un marchingegno in funzione, dolci e luccicanti, dal sapore di spazio, si integrano con facilità progressiva, quasi come il tramonto toglie il giorno dagli occhi e ci mostra l'oscuro.

fantasie concrete, voci di una bimba felice, sensazioni tenere e atmosfera familiare nelle due composizioni poste in conclusione: Salida Del Sol e Light Song.

sì, light song. è proprio la luce che ci lascia. come una porta che si chiude e non fa più passare i colori di un raggio di sole, i sapori di un giorno che finisce. ma terminata la notte si può riaprire la fessura e poter riassaporare le solite sensazioni, solo che ripassarci sopra è sempre un'altra cosa rispetto al primo incontro.

amore, amore e ancora amore per questo disco.

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