domenica 16 aprile 2006
Akeboshi: "Faerie Punks"
era tanto che non ascoltavo il mio amato akeboshi.
stasera son tornato a percorrere i sentieri colorati di faerie punks.
un colpo al cuore. preciso al centro. senza nemmeno darmi possibilità di reagire.
queste 4 canzoni sono grandi come un sole splendente, piccole e curate come il diamante più raro.
c'è un qualcosa di emozionante fra tutte queste note, un timbro fugge con il sorrisino felice, un battito è uno schiocco metallico.
una lacrima di cristallo pianta dalla fatina raffigurata in copertina è l'inizio d'un flusso orchestrale continuo e sinuoso, fra una chitarra che sferza il silenzio e un fraseggio classicheggiante. c'è pure spazio per uno sfrigolio elettronico nascosto e velato. un cello sprizza tinte e immagini, un violino vola e tocca il cielo.
la voce decanta :"Hey Thereee! Hey Thereee!". appunto, questa è Hey There. non è bella. non è bellissima. è un sogno.
Night And Day è un affresco sfavillante, con le tinte che esplodono da tanto sono vive e frizzanti. il piano saltella come impazzito, in preda a una crisi di felicità, la voce sale e scende, fra un'altalena di sensazioni impressionante. la piano-song proveniente dal paradiso, con le sembianze tali e quali a uno scampolo di azzurro sconfinato. c'è pure spazio per il ritmo. non solo malinconia ma si fa largo uno straccio, un brandello di movimento, morto, ma presente.
Kamisama No Shitauchi giace fra l'abbraccio di un suono gustoso e deliziosamente sospeso in aria. il solito cantato fra un angelo e un demone, gli strumenti s'intrecciano con gentilezza, cesellando timbri concilianti e accomodanti. saper creare un qualcosa di prezioso e inestimabile, con qualche arrangiamento in più rispetto al passato, una ricerca melodica squisitamente raffinata e sapiente.
la title-track sprofonda ancora in un oblio di tristezza sonora, con quel piano che dondola piangendo, un violino gela l'aria rendendola irrespirabile, quando il pathos strumentale si fa insostenibile il tutto ti inchioda la mente e non ti lascia più. la fisarmonica s'insinua con un afflato d'altritempi, ancora parole in punta di piedi tratteggiano una storia sconosciuta e mistica.
un viaggio senza ritorno in un mondo povero di rifugi emozionali, ma ricco di frangenti in cui riporre il proprio cuore e custodirlo senza paura di smarrirne l'essenza.
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