giovedì 6 aprile 2006
Flunk: "Morning Star" (Beatservice, 2004)
atmosfere leggermente sognanti, un tocco nordico che sa di freddo e gelo, quei suoni spigolosi che nascono dai fiordi.
il gruppo è norvegese ed è composto da Anja Øyen Vister, Jo Bakke e Ulf Nygaard. Perfetti sconosciuti, direte voi. beh, in effetti lo sono.
i loro album sono intrisi di dolcezza malinconica e sensazioni sospese in aria come un bolla di sapone, timidamente colorate e vivaci.
goccioline di elettronica rimbombante, soffici veli di una chitarra lontana, una voce distante e sofferente, note timide e scontrose.
il disco in questione è un sogno ad occhi aperti, fra un pop che si fa digitale, quei ricordi di trip-hop che si presentano puntualmente, uno sfrigolio meccanico che si tramuta, di volta in volta, soave o doloroso.
Morning Star è un racconto fiabesco cantanto con il cuore in mano e gli occhi socchiusi. La voce di Anja è un fiore sfavillante che mostra tutti i suoi colori, regalando momenti di pura emozione. Il contorno strumentale è un dream-pop che si ibrida con un'elettronica armoniosa e spumeggiante, il battito metallico detta un ritmo per una corsa incessante verso la felicità.
Oh My Balcony è una canzone timidamente allegra, fra una voce che sale in paradiso, una chitarra che suona timorosa, un filo digitale pende dall'alto come un goccia di acqua congelata dal freddo. Timbri di tastiera dondolano senza pause, scomparendo all'orizzonte con velocità incessante. Motivetto per un inverno finito ma mai dimenticato.
Spring To Kingdom Come è un trip-hop crepuscolare, lacrimevole e profumato da un gusto amarognolo, Six Seven Times sa commuovere e ballare allo stesso tempo, fra un ritmo ciondolante e un drone che pare infinito, se non silenziosamente rumoroso.
All Day And All Of The Night è la traccia più movimentata, il beat si fa leggermente incessante, una chitarra slabbrata si concede ad attimi di follia, note di basso pulsano regolarmente, una voce maschile fa capolino e si alterna al canto angelico di Anja. Un sogno che si fa incubo e si trasforma in visione onirica un attimo dopo.
I've Been Waiting All My Life To Leave You si concede completamente, proponendoci tutto il suo animo toccante e sincero.
Sapori sgranati e indefinibili, una corda che viene toccata con prudenza, parole flessibili e misurate, echi di dolore, frangenti d'un suono mai dimenticato e sempre pronto a regalarci quel calore di cui il nostro cuore ha bisogno. La canzone d'amore per i momenti disperati.
Quando lo spazio si fa terreno e cesella un qualcosa di estraneo e misteriosamente appartato (Blind My Mind), mentre ci ritroviamo ad ascoltare un qualcosa che trasmette paura ma ci rilassa i sensi, con gentilezza (Everything Is Ending Here).
La favola fra un prato con la neve sciolta e il sole accecante si approssima alla fine con l'ultimo lascito, dal nome Kemikal Girl.
Ed ancora un qualcosa di nostalgico ci ammorba l'animo, una sensazione di ottenebrante perdizione si prolifera dentro di noi, fra una voce che lascia nell'aria lacrime dolorose e una chitarra che non ne vuole sapere di suonare gioiosa.
Negli ultimi secondi di musica il silenzio arriva improvvisamente e ci sentiamo perduti.
Non ci resta che tornare che tornare all'inizio e dare ancora il la a una fiaba che ogni volta pare diversa, ogni volta pare più lucente, ogni volta suona sempre più rassicurante.
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le ephemera sono tre ragazze norvegesi (anche loro!), hanno fatto 4 album, di cui ti posso consigliare gli ultimi due: Ballons & Champagne e AIR.
RispondiEliminaE' una musica che trovo molto fragile, leggera, femminile...
veramente un disco bello e sognante, di quelli adatti alla domenica mattina... in alcuni momenti mi ha ricordato certe cose delle Ephemera, forse per via della voce di lei o per quelle atmosfere "frizzine"...
RispondiEliminanon conosco le ephemera, appronfodirò quanto prima.
RispondiEliminaconcordo con il tuo commento, questo è un sogno ad occhi aperti, un qualcosa che ti fa volare e mostra gli splendori del cielo..
in questo ambito non posso che consigliarti i laika e i bel canto.. :-)