venerdì 14 aprile 2006

Cheryl Wheeler: "Different Stripe" (Philo, 2003)



 















tante volte i dischi più belli si scoprono per caso, quasi se il destino c'avesse predistinato all'ascolto di una meraviglia senza averci avvertito.

in questo caso, almeno per me, è stato così.

prima di fare la conoscenza della signora cheryl wheeler, oggi stesso, c'era un qualcosa di fastidioso che mi tormentava l'animo.

dopo aver lasciato andare questo sogno mi son sentito meglio, molto meglio.

l'album in questione è una raccolta di canzoni timidamente acustiche, cantate con un voce profonda quanto un abisso infinito, parole timide e taglienti.

19 lacrime di una pioggia felice, sospiri di un essere malinconico e triste, gocce di una neve disciolta al sole.

una visione angelica si posa sulla terra ed emana un suono docile e conciliante, concepito per guarire ferite all'apparenza insanabili.

un folk composto con l'animo e proposto senza fronzoli, chitarra, voce, qualche percussione (quando elettronica, quando classica), qua e la un coro, un arco si presenta sovente con intromissioni dolci.

ah, la fisarmonica di Gandhi/Buddha mi ha gonfiato il cuore di felicità.

e non c'è una canzone sbagliata. sembra di sentire un'unica traccia dall'inizio alla fine, un filo conduttore collega tutto l'album, dando un senso di continuità all'opera. godendone tutto in un sol colpo.

si passa dalla scarna e granitica Northern Girl, con quel approccio emozionale, percorrendo i pericolosi vicoli di Almost, un piano che si introduce suadente e stille di ritmo si fanno largo.

Ed ancora un soffio di vento gentile in una gemma come Aces, una mattina dal freddo pungente e una chitarra imbracciata sopra il petto (Sylvia Hotel), la voce spicca un volo interminabile, solcando cieli immaginifici (75 Septembers), una lacrima (mi) scende ascoltando una favola straziante (So Far So Tall).

E non so distaccarmi da quel bozzetto gracilmente duraturo che è Arrow, una storiella raccontata con il sorriso (When Fall Comes To New England), lascio andar mente e cuore in quel turbine d'amore acustico che è la spartana Don't Wanna.

Ed ancora, ancora. le canzoni sono innumerevoli e non finiscono mai. sembra di sfogliare una margherita che non termina, con i colori che scintillano sotto il sole.

grazie cheryl, con le tue canzoni son riuscito a sopportare con più forza una mattinata iniziata male.

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