mercoledì 30 novembre 2005





Mitchell Akiyama: "Small Explosions That Are Yours To Keep" (Sub Rosa, 2005)



Scomposizioni sonore per attimi silenziosi.

Sfasciamento robotico per un complesso di macchine sferraglianti.

Strappi laceranti d'una lama affilata.

Distruzione timbrica e decomposizione sonica.

Mitchell Akiyama è un compositore d'eccezione. I suoi dischi sono mistici e nascosti, piccoli e preziosi, sotterranei e misteriosi.

Dal progetto Désormais, al duo Dakca fino ad arrivare a Avia Gardner. Una miriade di pseudonimi in cui riesce ad esprimere appieno la sua ispirazione.

Questo disco è magico, appartato, continuamente veniamo punzecchiati da deliranti contorni sonori, stuzzicati da ricami impercettibili, contrappunti minuscoli.

Strategies For Combatting Invisibility è continuo andare e venire d'un ritmo indeciso, sconclusionato, dubbioso. S'intrecciano archi, campanellini, click and cuts, linee eteree, disfacimenti d'un mondo lontanissimo. Colonna sonora per una macchina in via di distruzione, le cui immagini riflesse sono disturbate e incomprensibili.

But Promise Me è un contrabbasso che lascia note laceranti, roboanti schizzofrenie notturne. Battiti di mano campionati, acusticità deformata, scampoli di disturbante piacevolezza. Un andamento intimo, caloroso, inestimabile. Ambientazione per una stanza solitaria e leggermente illuminata da una lampada antichissima.

Full Then Felt è un turbine di pulviscoli glitch, immersi in un abisso infinito, oscuro, rimbombante strisciare d'un marea di anime a sè stanti. Una fisarmonica ricama tratteggi fragorosi, corde vengono pizzicate, ciclico ripetersi di accordi puri, precisi. Adattamento sonoro per un pomeriggio scuro, un salotto solitario, solo la musica che satura lo spazio, emozioni a scatti, sensazioni intercambiabili.

Your Distance Kept è una landa sconfinata. Una chitarra sembra suonare a migliaia di chilometri dalle nostre orecchie, intromissioni estranee imbastardiscono note già di per se contaminate, un drone è una serpentina che s'inserisce in ogni interstizio immaginabile, picchi di volume sono un tritasassi in azione.

Through Fall and Flicker è un piccolo giochino concettuale in cui rumori concreti vengono spappolati, scomposti, spezzati. Cinguettio d'uccellini inconsapevoli impreziosiscono senza un intento preciso.

La title-track è un pezzo d'eccezione. Un jazz trasfigurato ed ammorbante. Scintillante starnazzare d'un tripudio di strumenti a fiato, luccicante sibilare d'una sporcizia sonora astratta, pause cariche di pathos, mistico e preciso dettare d'uno xilolofono solenne. Suoni adatti ad attimi di piacevole intensità, momenti di pura stasi.

Suggestions for Walking Alone è un piccolo bozzettino in cui confluiscono fantasia irrefrenabile, saper cesellare istanti di pura staticità, dipingere atmosfere pregiate e introvabili.

Contrapuntal Lung Apparatus è una marcetta in cui il tirmo è scomposto e deteriorato, enfatizzato e represso. Strimpellare gioioso, sfuggenti loop, percussioni minimali, centrifuga interstellare lucente ed abbagliante.

Overhead Then Exit è ancora uno sprofondare intenso e progressivo in un mondo a se stante. Incostante schiamazzare di strumenti a corda, scomposizioni, sovente, sovrappongono note aleatorie e casuali, distinte e confuse. Ambient per cuoricini meccanici, innamorati di suoni errati.

With Her Shadow Cast In Doubt è il pezzo più normale. Ancora strumenti a fiato, chitarre, piano, percussioni variegate, contribuiscono per creare un marasma sonoro d'avvolgente compiutezza. Pochissime manipolazioni digitali, soltanto un animo classicheggiante che rimane a mezz'aria, lasciandoci impietriti.

Conclude Ghost Storms con un piglio molto minimale, a bassa fedeltà, volutamente sommesso. Storie scritte con mano ferma e decisa, contornate da un aura sonora macabra, in un bosco di cipressi, giganteschi massi agli angoli, foglie sparse in ogni piccolo spazio restante.

Un disco poliedrico e mai ripetitivo. Vario, inestimabile, pregno di innovazione. Mitchell Akiyama si conferma come figura di punta dell'elettronica glitch, anche alla luce dell'ultimo (splendido) disco con il progetto Désormais.

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