giovedì 17 novembre 2005





Ms. John Soda: "No P. Or D." (Morr Music, 2002)



I piccoli segreti della Morr Music non sono messi mai abbastanza in luce.

Microscopico gioiellino del genere cult in ambito indie, l'indie-tronica.

Infinitesimali contrappunti soffici, vocine alterate, rumorini dolci e ricamati, percussioni docili, sottofondi di zuccherosa dolcezza.

Gradevole immergersi in un mare di timbri che effigiano un cielo sorridente, nuvole bianchissime e spumeggianti, un vento leggermente movimentato, un fiume ai lati di un sentiero, mai domo.

8 perle di perfezione cristallina, impercettibili particelle d'un corpo disunito, invisibili anime con le alette, svolazzano con il loro sorriso sbarazzino.

Technicolor è un mare di bleeps elastici, vocina appena percettibile, pulviscoli screziano una bolla colorata che non si decide a scoppiare, se non alla fine. Processi digitali per organi pulsanti, battiti rilassati.

Misco è un scomporre continuo d'una chitarra alla fine dei suoi giorni, rimbrottare d'un rullante, loops vocali d'angelica perfezione, ricami d'un synth delicato. Cuoricini malati immersi in una nube di felicità.

Go Check mette insieme un piglio pop molto suadente a un marasma di percussioni vagamente tribali, polveri d'oro purissimo, parole, emozioni, pause, interventi sdoppiati e smembrati.

Solid Ground processa uno strumento ad arco, unisce suoni piccoli piccoli, un ritmo pacato, una voce deliziosamente bambinesca, svariati tocchi dal sapore armonioso.

Atmosfere leggermente più ombrose nella successiva By Twos, strati d'una tastiera martoriata, solito marasma di tuoni meccanici, sciabordio pacato d'uno xilofono, tono vocale pressato e miniaturizzato.

Unsleeping è ancora compiutezza allo stato puro. Approccio leggermente più movimentato, chitarrine wave, lampi d'un synth preciso e puntuale. Questa è l'indie-tronica. Prendere o lasciare.

Hiding Fading cerca d'esulare dallo standard, e si getta in un simil-glitch dalla riuscita sorprendente. Uno sfasciarsi continuo d'un ritmo già di per se recalcitante, sovente una chitarra lascia dei segni marcati, click di natura ferrea, ancora una parola che sa di pianto appena sgorgato.

Elusive conclude il disco con una capsula composta da delicati colori a pastello, piccole screziature, dettagliate curve di geometrica precisione, sfregi involontari.

Un piccolo capolavoro nel suo genere, insieme ad altri classici.

Sono convinto che, nella vostra camera, con il disco nelle orecchie, non possiate che amare queste note. Sono fatte apposta per rapirci senza precauzioni.

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