venerdì 17 febbraio 2006

Ossessioni della settimana



Dijf Sanders: "Mating Season" (7)
Dijf Sanders: "To Be A Bob" (7,5)

proveniente dal Belgio, è autore di una IDM oscura e cinematica.
accordi chitarristici sono eterei e dilungati, i bleeps fanno da contorno e impreziosiscono. in qualche frangente dei due dischi si percepiscono influenze leggermente jazzy, una sorta di colonna sonora per un club di New Orleans, traslato su Marte, in una galassia lontanissima.
la sua voce è molto personale, misteriosa e calda come non mai.
poliedrico.

 

Michaux: "%20" (7,5)
Jimmy Edgar: "Access Rhythm" (7)
Jimmy Edgar: "Bounce, Make, Model" (6,5)
Jimmy Edgar: "Color Strip" (7)

Ancora il suono minimale riesce a carpirmi senza freni.
il tocco di Jimmy è molto scabroso, quasi una musica volutamente repressa, un processo di limitazione, espressiva.
i suoi ricami timbrici sono molto complessi, sfiorando il marasma con un solo colpo di synth. il suo approccio alla composizione è spesso ragionato, la sua è una musica aliena e danzante, ma non troppo.
ritmo per ballerini volanti.



Vacabou: s/t (8)

possibile ancora sperimentare sulla voce? dopo anni di tentativi in ambito glitch e avant?
ebbene sì, questa coppia è riuscita a tirar fuori un (mezzo) capolavoro.
drum-machine, chitarra un po' post-rock, un po' psichedelica, contrappunti di piano, battiti piccoli e minuscoli.
voci smembrate, una sorta di trip-hop che si ibrida con tentazioni ambient-ose, attimi da pura colonna sonora.
semplicemente bello ed originale come pochi dischi.

Artiste Jappo della settimana

 

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Megumi Hayashibara: "Singles Collections" (7)
Kahimi Karie: "Montage" (7,5)
Kahimi Karie: "Once Upon A Time" (7)
Kahimi Karie: "Nana" (6,5)
Kahimi Karie: "k.k.k.k.k" (7)

la prima è una cantante nella cui discografia sono presenti varie collaborazioni per canzoncine poste nelle sigle dei cartoni giapponesi (tra cui Pokemon, Shaman King ed altri). Il disco in questione è una raccolta di tutti i suoi maggiori successi ed è molto piacevole. fra operture classiche seducenti, bombettine catchy-house, perline guitar-pop e una voce deliziosamente angelica.
kahimi karie è un'artista molto interessante. i suoi dischi sono fatti di folk composto in punta di piedi, piccoli rumorini elettronici, canzoni flebili e delicate. la sua voce è fanciullesca e le atmosfere dei suoi dischi non fanno che accogliere nel migliore dei modi le sue parole.
quadrettini tardo-invernali, utili per lasciare la mente al suo destino.


Sorprese della settimana



Dictaphone: "M.=addiction" (7,5)

qua dentro viene proprio sfasciato quel genere che veniva chiamato jazz.
quel genere che era fatto di strumenti suonati e puro calore umano.
questo lo possiamo chiamare vero e proprio future-jazz.
strumenti a fiato vengono spezzettati e smembrati, la loro essenza è snaturata e destabilizzata, note di tastiera sono melense e svogliate, vari corpicini elettrocini serpeggiano fra i vicoli dei pezzi.
il disco esce sotto la city centres office, un'etichetta fra le più interessanti degli ultimi anni.

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