giovedì 23 febbraio 2006



questo è un cinema che non esiste. queste immagini non sono girate da un umano. quella capacità di entrare nel profondo delle personalità, quel modo di tinteggiare le ossessioni dei personaggi in gioco, rendendo anche la più semplice situazione in pura poesia d'esistenza. un vecchio lupa della taiga e un giovane esploratore si immergono in una foresta fatta di colori, scintillio del sole, freddo spaziale, la natura vive e combatte. il soggetto del film è l'amicizia. non giriamoci d'intorno. un film sull'amicizia, un tema che sarebbe stato adatto per un discreto western. no, niente western. qui c'è kurosawa ed è tutt'altra questione. una completa armonia biologica circonda i personaggi, fusione fra l'essere umano e un ambiente ostico ma al comtempo magico. fin dal primo incontro fra l'intraprendente militare e il cacciatore mongolo, il primo rimane profondamente impressionato dalla perspicacia, dalla sua grande capacità d'interpretare i segni che circondano l'ambiente, la generosità innata. i comportamenti particolari del vecchio culminano in una battuta memorabile: :"Fuoco, vento, acqua. Tutti omini. Quando arrabbiano, paura."
con le conseguenti risate dei militari straniati e divertiti. dopo si ricrederanno anche loro, dicendo :"un uomo che non esiste, che Dio lo benedica." il processo di umanizzazione di ogni oggetto che lo circorda insegna, alle persone che gli stanno intorno, il rispetto per la natura, la capacità di dilatare lo sguardo interiore. godere d'un capriolo che passa, amare il fruscio di un vento gelido. alcune sequenze sono da bravidi, così amatoriali, così significative, così colorate. sono rimasto a bocca aperta svariate volte.
Altra battuta signifiticativa: "Se ammazziamo tutti gli animali poi cosa mangiamo?". cristo, ha veramente ragione.
E ci si inoltra, col passare dei minuti, con una continua sequenza di perle narrative, sguardi quasi romantici, dialoghi forti e crudi, piacevoli e divertenti.
Disteso, sereno, controcorrente, Dersu Uzala è un bagno di rigenerazione, un canto del mondo come direbbe Giono, l'ampio poema di una natura formidabile che Kurosawa ha voluto formidabilmente presente. Con estrema naturalezza, questo canto del mondo, diventa qui il canto della fraternità umana.
se vi volete bene guardate questo film.

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