giovedì 2 febbraio 2006

PULSEPROGRAMMING









Pulseprogramming è una collaborazione tra i musicisti Joel Kriske, Marc Hellner (bellissimo il suo disco solista a nome Marriages), il grafico Hans Seeger e il regista/autore di cortometraggi Eric Johnson.

Il progetto nasce a Portland e sposta la sua base di creazione a Chicago, dopo lo spostamento di Eric.

Hellner, appena entrato nel progetto, se ne esce per un certo periodo, essendo impegnato nel suo gruppo, L'altra. Nonostante la sua lontananza cerca sempre di dare un supporto al resto della formazione, contribuendo a distanza alla rifinitura dei pezzi. I ragazzi fanno tour solo in U.S.A. di supporto a diverse band americane di marchio indie. Durante i frequenti spostamenti nasce e si prolifera l'ispirazione per la creazione del loro omonimo, primo, disco.







Pulseprogramming: s/t (Aesthetics, 1999)



L'opera è molto rarefatta e si basa su fondamenti astratti, un immaginario di musica dilungata, ambientale, ombrosa e scabrosa.

Non si vede nemmeno l'ombra dell'impronta più pop che prenderanno i nostri, in un periodo successivo.

Si lascia scorrere, si dipana con una granularità distesa, si svolge lento e pacato, non ci aggredisce e dipinge soltanto colori tenui.

Line è astrazione digitale per una stanza cibernetica, Geometry satura il silenzio di un rumore gentile, il trio There Aren't, There Won't, There Isn't è fantasia, tinte sfavillanti, mondi ombrosi, note puntigliose e sorridenti al tempo stesso.

La finale There Will Never Be è ambient disturbata, con le sue pause e le sue ripartenze, con le sue fuliggini e il suo candido calore.

Dopo diversi LP molto interessanti, da 1 Of 2 In 1000, 2 Of 2 In 1000, arrivando al piccolo split con Signaldrift, in cui confluiscono tre pezzi a testa. Opere in cui il suono si fa vivo, le note scorbutiche dell'esordio lasciano il posto a un gusto più indie, più conveniente e meno disaccordante.

La ovvia conseguenza di questa evoluzione è il loro capolavoro:







Pulseprogramming: "Tulsa For One Second" (Aesthetics, 2003)



Fra aperture di indie-tronica, musica ambientale, timbri luccicanti, parole pronunciate con sospetto.

Xilofoni digitali tintinnano, tastiere spumeggiano colori vivaci, strumenti acustici dissimilati sono piacere uditivo.

Blooms Eventually è un gioiellino risplendente di luce propria.

Una vocina vocoderata fa da contorno alla drum-machine appena presenta, un loop sconosciuto è delicato, morbido e conciliante. Una struttura semplice ed essenziale si arricchisce di soffi e battiti, fruscio e vociare di strumenti misteriosi.

Here Give It Here I'll Show You è interamente strumentale ed unisce pulsioni IDM a un drones sinuoso e notturno. Uno sciabordio metallico che sembra il piatto di una batteria viene loop-ato all'infinto, creando un'atmosfera tutt'altro che scontata, fra pause cariche di senso, ripartenza al rallentatore, un finale fatto di silenzio spaziale.

Stylophone Purrs And Mannerist Blossoms è un altro esempio dell'evoluzione del loro suono. Bollicine digitali volano in cielo rivelando tutte le loro sfaccettature, una nota di tastiera è sola e dispersa, voci maschili e femminili si sovrappongono senza linea di continuità, creando un marasma di parole e sensazioni. Il groove si fa pian piano più ritmato, trascinando i nostri curiocini in un oblio di ritmo sommesso, nelle viscere di una cantilena essenziale e via via sempre più inesistente, con un graduale sciogliersi del suono.

Scariche elettriche scuotono le fondamenta di All Joy And Rural Honey, effigiando una musica piccola ma preziosa, Off To Do Showery Snapshots è molto ritmica e compulsiva, tra amplessi drum-machine/drones e piccoli zampilli di luce.

Don't Swell Up Your Glass Pocket abbina note di piano, sparute e irriconoscibili, a un sostrato percussivo nascosto, celato e sfigurato. Accenni di rumore pieno attraversano le parole, instabilità ritmiche sono assenti, un rimbombare dal sapore irriconoscibile.

Within The Orderly Life inizia il suo percorso con un cello lontano e ombroso, la musica si svolge tra arpeggi disintegrati, un mondo fatto di convulsioni contenute, movimenti lentissimi e un silenzio che si approssima a saturare i nostri sensi.

Largely Long-Distance Loves e la finale Bless The Drastic Space non fanno che confermare un approccio spassionato e scanzonato alla composizione, tra un IDM agitata, linee tastieristiche morbose e ripetitive e una fantasia commutata a semplicità, un'estrosità compressa ma evidente.

L'anno scorso escono due LP di remix del suddetto disco da parte di varie figure di una certa rilevanza: da Static a Schneider TM, passando per Sylvain Chauveau e gli HOOD. Il tutto verrà anche raccolto in cd, sempre sotto Aesthetics.

I pezzi non vengono snaturati nè sfigurati ma soltanto deviati, leggermente disfatti, con un operazione chirugica, con precisione e passione.

Le canzoni di questi ragazzi hanno molto da dire, fate proliferare il loro significato dentro di voi, sono sicuro che tutto ciò sarà piacevole.

2 commenti:

  1. "L'opera è molto rarefatta e si basa su fondamenti astratti, un immaginario di musica dilungata, ambientale, ombrosa e scabrosa."



    Sembra scritto dal Polygen.

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  2. davvero?

    beh, mi spiace ma io sono vero e non sono un polygen, :)

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