venerdì 17 marzo 2006

Ossessioni della settimana



Windermere: "The World Is Here" (7)

Uno strano incrocio fra un post-rock chitarristico e un cantato molto deciso.
Alcune trame melodico-timbriche sono compiutissime e le canzoni si susseguono con piacere e scorrevolezza.
Il disco è molto emozionale, ci sono dei momenti in cui il crescendo strumentale viene accompagnato a braccetto da parole con il sorriso sbarazzino.



Melodium: "Rhythmi" (7)
Melodium: "Silica" (7)
Melodium: "QuietNoiseArea" (7)
Melodium: "A Possible Way Of Spending Time" (7,5)
Melodium: "La Tête Qui Flotte" (7,5)

nuova sensazione indie-tronica.
c'è tutto ciò che possa piacervi se avete amato il catalogo Morr Music, c'è tutto ciò che può farvi innamorare se vi piacciono dei piccoli giocattolini che suonano minimali e appartati.
Ogni carillon è delicato e cesellato con la massima cura.
La recensione de "La Tête Qui Flotte" sarà in home-page tra poco.




Manitoba: "Start Breaking My Heart" (7)
Manitoba: "Up In Flames (Special Edition)" (8)
Caribou: "The Milk Of Human Kindness" (8)
Caribou: "Tour CD 2005" (7)

questo è uno dei genietti elettronici dei nostri anni.
prima con il moniker Manitoba pubblica un capolavoro come Up in Flames, assolutamente uno dei lavori elettronici più belli pubblicati in questi anni, con Caribou spunta fuori con un altro gioiellino di artigianato elettronico.
sì sì, caro Dan, sei un grande.

Artiste Jappo della settimana



+



Asuca Hayashi: "Ahah" (7)
Asuca Hayashi: "Tsunaide" (7)
Tsukiko Amano: "A Moon Child In The Sky" (7)

melodie ariose e vagamente tribaleggianti nelle canzoni mistiche di asuca, una voce presente e molto forte ricama, insieme ai colori strumentali, delle atmosfere piacevolissime e piene di sensazioni.
l'album di Tsukiko è percussivo e sbarazzino, piccole note di chitarra, una voce deliziosa che spesso raggiunge vette importanti.
Stone è j-pop strano, pieno di archi e strumenti a corda, convulsioni percussionistiche e sali-scendi emozionali. un gran bell'album.

Sorpresa della settimana



48 Cameras: "...After All, Isn't Tango The Dance Of The Drunk Man"

uno stranissimo disco di ambient rumorosa e percussiva, una sorta di messa oscura e maledetta, un oblio di buio rumoroso e suoni schivi e taglienti.
un'opera davvero particolare, si spazzia dall'ambient-noise, ad atmosfere più dark, ibridando sovente, una sorta di free-noise-jazz. C'è pure un po' di campionamenti concreti, molto molto atmosferici.
bello e ossessivo, un disco da NON ascoltare di notte, da soli. alcuni frangenti sono orrorifici.

(7,5)

Nessun commento:

Posta un commento