lunedì 10 ottobre 2005

FLIM



La Tomlab e i suoi gioiellini nascosti.

C'è (purtroppo) pochissimo da dire su questa band. Si sa poco e niente.

Parlano le opere.







Flim: "Given You Nothing" (Tomlab, 2002)



Esordio spiazzante.

Un ibrido intrigante tra dei Rachel's virati glitch e dei Matmos meno cervellotici.

Il risultato è una manciata di canzoni dal sapore di tradizione e d'innovazione allo stesso tempo.

A partire dalla partitura pianistica ammorbata da un drone ossessionante di Hell arrivando fino alla suite per glitch, organo e acusticità di ogni sorta di Linker2.

April satura i sensi uditivi con un marasma di suoni analogici.

My Czesko Guitar lascia a bocca aperta per il suo piglio sbarazzino e scanzonato. Pare di sentire una gruppo di bambini un pò psichedelici giocare in prato su un pianeta alienante.

Non lascia scampo alle definizioni. Sarebbe estremamente limitativo e sbagliato incanalare l'opera in un particolare filone.

Siamo noi a doverlo scoprire e rimanerne ammaliati.







Flim: "Helio" (Tomlab, 2003)



Ambient-pop per una cameretta giocosa.

Colonna sonora per una giornata solare e zuccherosa.

Bozzetti dalla fragilità granitica.

Un bel frappè in cui mettiamo dentro in parti uguali: Fridge, mùm, Piano Magic, Bola, The Blood Group. Scuotere per bene il tutto ed otterrete il cocktail delle vostre giornate autunnali.

Una sequela di minimali quadretti dalla bellezza cristallina. Spumeggiante fantasia compositiva, luccicante saltellare del ritmo.

How I Trashed My Knees ammalia con il suo loop di fisarmonica, disparati errori screziano un andatura già di per se claudicante, un synth dalle sembianze aliene lacera e ricuce. Un piano, in sottofondo, propina note casuali, aleotorie, completamente avulse.

Ossessionante rimbalzare di note. Timbri a mezz'aria. Percussione finta. Linee tastieristiche minimali. Atmosfera oscura e scabrosa. Tutto ciò è Little Rodachè.

Altra gemma scintillante in Conversation, basata su una reiterazione malata ed alcuni fraseggi di synth-etici.

Chime è un capolavoro. Evoluzione sonora fuori da ogni limite di definizione. Dalla calma sorniona a ritmi marcianti. Organo, glitch, percussioni, noise. Una centrifuga di contrappunti. Catastrofe spaziale.

Piccola suite in Is That Me?. Uno xilofono ricama sinuosoidali disegni dai colori tenui, uno strumento a corda orna con calma pachidermica.

Passare da un maliconico drone di armonica in New Living all'indie-glitch-pop mùm-style della title-track.

Trascorrere minuti preziosi ed emozionanti con la tenera Snow Behind, lasciarsi andare dalla movimentata For Fred.

Album per esserini timidi ed innamorati.



Amate Flim. Ve ne prego.

2 commenti:

  1. ciao da un girovago serale....

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  2. ciao a te. se non conosci questa band approfondisci assolutamente.

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