domenica 30 ottobre 2005

FOLIE







Stefan Thor e il suo mondo.

Folletto elettronico per glaciali caverne.

Disturbanti deviazioni sonore per attimi di puro dolore.

Genietto istrionico ed appartato.

Geniale produttore, fulminante remixer.

Esplorazione chilometrica, viaggi interplanetari.

Pubblica sotto l'ottima Mitek, propensa a noise-techno da sballo.

Ah, l'etichetta è del fantasmagorico produttore Mikael Stavostrand.

Due i dischi dati alle stampe.



 



Folie: "Mispass" (Mitek, 2002)



Destrutturazioni techno per spigoli glitch.

Minimale inabissarsi in un mondo morboso e profondo.

Deteriorante immergersi nel mare dei rumori digitali.

Appuntite scabrosità di una montagna invalicale e insuperabile.

Vide sottopone i nostri sensi a una prova probante.

Piccolissimi contrappunti sonori inficiano una tastiera dal sentore di normalità. Sciabolate di finissimo rumore paiono squarciare in due il procedere del pezzo come un coltello affilatissimo taglia la carta.

Fasad è ambient trasfigurata da cavernicoli clangori metallici.

Parasit è una delirante miscela di bleeps spaziali, drones rumorosi e schifezze sonore d'ogni sorta.

Stiltje è una modulazione sonora dal pacato percorrere. Millimetrici timbri dettano un tempo strascicato, errori punzecchiano, rigurgiti digitali sporcano.

Boulevard pare essere il lamento di un essere robotico andato in tilt. Programmazione errata, sofferenze informatiche, frustazioni analogiche.

Rippit è Murcof più rumoroso.

Cikada è un ondeggiante svolazzare di un synth ferroso con accanto una drum-machine da quattro soldi. Andirivieni di pulviscoli di polvere interstellare.

Nji è un misto di Bola, Oval e Masakatsu. Ben centrifugati con un tocco di sapienza.

Percorrendo l'epilettico loop di Time, attraverso il bozzettino di fragile natura che è Brovah.

Joimp è genialità elettronica allo stato puro. Principio minimale fino all'eccesso, intromissioni schizzofreniche, rumori concreti, astrazioni e ricomposizioni.

Vov è una techno minimale come pochi sanno fare.



Il successivo non lascia scampo e da conferme a destra e manca.



 



Folie: "Eyepennies" (Mitek, 2005)



Mi sembra ovvio l'appellativo capolavoro.

Un lavoro di tale sapienza ritmica e compositiva raramente viene da sentire alle orecchie.

Una capacità straordinaria di miscelare: glitch, minimal-techno, musica astratta e ambient.

Ellatre è un'ambientazione cosmica per un locale in mezzo allo spazio, tra due stelle pulsanti.

Strum ricama sinousoidali disegni d'attraente bellezza.

Knapig conduce a una crisi nervosa di strabordante perfezione.

Mnogo lascia a bocca aperta quando si capisce d'essere di fronte a ambient-glitch-techno d'altri tempi e tradizioni.

Rocin è la destabilizzazione di strumenti acustici martoriati digitalmente. Capolavoro di concreta musicalità.

Reveji è un industriale catalessi metallica. Stomp leggeri quanto una piuma lasciano spazio a un drone di sferragliante rumorosità.

Oaklips sono gli LFO innamorati del glitch.

Felicia è la sonorizzazione per una notte gitana davanti al mare, con il disco nelle orecchie.

Krogg è Garnier quando usa i glitch, solo un pochettino meno danzereccio.

Viskos è un delizioso quadretto d'immaginifica bellezza con il synth che lascia i tratti preponderanti e i resti disegnano i particolari.

Stain è una voce lontana di una donna sofferente, amplificata, se non spezzatata, allungata, imbastardita. I grooves l'uccidono definitivamente.

Conclude Bundle in un tripudio spaziale d'onirica particolarità.

Sprofondate dentro Folie. Lui vi darà una mano per godere fino alla fine dei tempi.

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