mercoledì 11 gennaio 2006



Long Fin Killie: "Houdini" (Rough Trade Germany, 1995)

La prima reazione dopo il primo ascolto è stata: ohmy
I quattro ragazzi si chiamano Colin Grieg, David Turner, Philip Camron e Luke Sutherland. Suonano soltanto questi strumenti: chitarre, basso , percussioni, violino, bouzouki , dulcimer, mandolino, sassofono, hammer dulcimer + thump piano.
Sembra post-rock etereo ma si rifugge dai canoni del genere per sprofondare in un ibrido stilistico che non ha limiti di catalogazione.
Trame percussionistiche intricate e intrecciate, accordi di chitarra sospesi nell'aria, spasmi pianistici, piccole note di sassofono, un turbine timbrico assordante e straniante.
Si passa con sorprendente facilità da toni pacati e dilungati, attraversiamo lande sonore schizofreniche e movimentate, paesaggi distrutti e battaglie epocali.
(a) Man Ray è rock smembrato e sfigurato, pare di sentire una band prog che fa finta di essere avant. Non c'è un attimo di tregua, con i fiati che starnazzano, la batteria che espelle suoni puntigliosi, la voce è appena sussurrata e precisa.
How I Blew It With Houdini è un mantra mistico e magico. Chitarrismi deliziosi, catarsi sonora lunga un'infinità, arpeggio arcano, voci tribali. Un violino lacera il ritmo come un accetta divide in due metà un ciocco di legno.
Homo Erectus è ossessionante e ritmica, The Heads Of Dead Surfers è pulsante, viva, elettrica.
Love Smothers Allegry è un continuo sfasciarsi e ricomporsi di una melodia che non c'è. Tocchi metallici, sovrapporsi di scale chitarristiche, marasma timbrico, canto di una voce in sofferenza repressa.
Non c'è limite: Hollywood Gem è una messa sbarazzina, The Lamberton Lamplighter è il manifesto del disco, con un piglio leggermente pop e un'anima rockeggiante, delle più genuine. Tra pause e riprese oscene.
Un cello è in crisi epilettica, ferroso sciabordare d'uno strumento misterioso, un piano è lontano e sfigurato, chitarre schizzano note aleatorie, la voce è un contorno estetizzante. Corngold è davvero un qualcosa di incredibile.
Il trittico che fa da preludio al capolavoro del disco (uno solo?) è ancora un tripudio di compiutezza: Idiot Hormone è musica per una cameretta di uomini incattiviti dallo stress, Rockethead on Mandatory Surveillance è un oscuro oblio, con nebbie solfuree a ricopre il cielo, Flower Carrier è pura pazzia.
Raggiungiamo Unconscious Gangs Of Men e già siamo abbastanza impressionati. Pero c'è quest'ultima. Eccome se c'è.
13 minuti di fantasia compositiva, attimi fatti di stasi e movimento, frangenti caratterizzati da armistizi e scontri, bellezza allo stato puro, cattiveria sonora, indecenza timbrica.
La voce è di un pazzo incarcerato, i membri agli strumenti sono affetti da una qualche malattia sconosciuta. Una malattia che compie un miracolo.
Impressionante..

2 commenti:

  1. ho scoperto i long fin killie un paio di anni fa grazie a un amico,fissato per la too pure.. :)

    mai sentito suonare come loro..almeno come originalita' negli arrangiamenti.

    in anni in cui il post rock piu "convenzionale" di gente come mogwai e labradford era in auge(e molto piu fruibile)i long fin killie hanno creato un genere a loro modo "post",ma del tutto peculiare,per il "marasma" di suoni,strumenti,e per la voce di quel luke sutherland(che ha poi collaborato con gli stessi mogwai).

    un nero proveniente dalle isole Orcadi...ho detto tutto!!



    forse non seminali come altri(anche perche'...a trovarli gruppi che suonano come loro)ma di sicuro Geniali e sottovalutatissimi!!



    saluti



    pulcio

    RispondiElimina
  2. che dire, sono felice che qualcuno conosca questa band perlopiù misconosciuta.

    la tua descrizione mi trova in accordo.

    non sono seminali ma poco ci manca..

    RispondiElimina