martedì 17 gennaio 2006



Piano Magic: "Writers Without Homes"

Domenica, appena ho visto il cd con la sua copertina così emblematica, ho perso qualche minuto di vita.
Credo che trovarlo non sia uno scherzo, comunque sia ora è tra le mie mani.
Rimango impressionato dal marasma sonoro di (Music Won't Save You From Anything But) Silence. Il coacervo di chitarre tintinnanti è come entrare in una stanza piena di cristalli lucenti ed ammirarne lo splendore, cogliendo il suono della loro bellezza. La voce di Glen sale in cielo e non scende più, tra il marasma di note che lo circonda. La ascolto ancora, e ancora. Non c'è scampo.
Postal è una cantilena misteriosa e mistica. La parole scorrono come una messa prosegue lenta e pacata. Solo uno xilofono a fare da supporto a un angelo cantante, solo un piccolo sciabordare metallico.
Modern Jupiter mi riempie di calore, con il suo andamento profondo e scabroso, 1.30 è un giochino acustico per un folletto delle nevi, che saltella sopra i suoi strumenti, The Seasons Is Long è dream-pop, un cantilena antica e notturna, un canto sdoppiato, emozioni sono a fior di pelle, note volano indecise e incerte, un piccolo scoiattolo scappa.
Certainty è minimale e preziosa. Una voce in sottofondo ci racconta una storia, dei suoni sinuosi compongono un contorno atmosferico, piccoli fantasmini timbrici fuggono dispettosi, il tutto si intreccia e fluisce con naturalità e distensione.
Crown Of The Lost innesta note di piano profonde e decise, una percussione detta un tempo lento e strascicato, ancora una donna misteriosa emana parole sornione, ancora una fiaba epica per le nostre orecchie.
Dutch Housing è giocattolosa e sbarazzina ma al comtempo profonda e scabrosa, Already Ghosts è un morboso racconto dai tratti percussivi di rara bellezza, i rumori sono delicati, un organo dilungato ci accompagna per mano, verso la fine, piena di silenzio saturante.
Conclude con solennità Shot Through The Fog. Spara in mezzo alla foscia, alla nebbia, non immaginarti il risultato ma stai fermo. Goditi l'oscurità e continua a perforare il niente. Solo il suono ti circonda. Niente più.

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