giovedì 15 dicembre 2005

 





Keiichiro Shibuya: "atak000" (2005)



Ecco, segnatevi 'sto disco. E' un capolavoro che lascia proprio il segno.

Viene ridefinito il modo d'usare il midi sequencer, la concezione stessa della processazione d'un pattern, attraverso un calcolatore.

Uno dopo gli altri, i pezzi, lasciano a bocca aperta. Muri di rumore statici e continui, non c'è una pausa di silenzio. Il ritmo si sfascia senza un criterio apparente. Battiti minimali sanno di techno, ma non c'è n'è nemmeno la parvenza. Deteriorante sfrigolare d'una macchina abbandonata a se stessa.

I suoni si scontrano assieme, s'inglobano a vicenda, esplodono e si riuniscono successivamente.

Eruzioni vulcaniche fatte di bit 0 o 1, colate laviche fatte di chip e circuiti, nebbie sulfuree programmatiche e programmate, vento digitale, neve robotica.

Shibuya Tango è la colonna sonora per un'automa programmato per la distruzione totale, Calling For Your Juicy è l'ondeggiare ossessionante d'una barca in preda a un maremoto di scariche elettriche, Dottor Police In Hiroshima sono praline digitali sparate da una fucile caricato con polvere stellare, I Do It To My Self sono piccoli insettini tridimensionali che schizzano ovunque, infestati da un morbo che li rende pazzi, schizzofrenici e insensati.

Godzilla Blues è sciabordio metallico e ferroso, come una fabbrica di ferro in rovina, vicina al crollo, Pop Music Records è il glitch come arte concettuale, Nagasaki Nightmare è oscura e terrorizzante. Spettri sfigurati da fulmini elettrostatici sfregiano e accoltellano. Strappono e ricuciono con precisione certosina.

Sorry My Bad English centrifuga e mescola. Mischia e tritura. Un flusso sonoro si sposta dal canale sinistro-destro e i nostri neuroni non riescono a seguire l'itenerario di questi suoni. Ci limitiamo a rimanere immobili come statue.

Sbatte e ritorna. Scoppia e si sfascia. Scappa e sfugge. Sto parlando d'una melodia che sembra esserci, ma è nascosta e fustigata. Trovarla negli interstizi di questi suoni è un'impresa mastodontica.

Non c'è una definizione vera e propria di fronte a questa musica. Minimal-techno? Glitch? Noise? Elettronica di stampo improv? Non ce la facciamo proprio.

Pietra miliare. Punto.

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