giovedì 22 dicembre 2005
Matt Elliott: "The Mess We Made" (Domino, 2003)
Se Drinking Song è l'album più malinconico dell'anno, questo non è da meno.
Profonde ballate, composte da folk strampalato, destrutturato e dilungato.
Anime elettroniche veleggiano note di piano, chitarra, vocalizzi flebili, sussurrati con afflato sofferente.
Arrangiamenti scarni ed essenziali, pochi strumenti e strutture poverissime. Fa dell'essenzialità il suo pregio inestimabile.
Let Us Break è bella da far male, con quel piglio nttoruno all'inizio, sprofonda in mare di xilofini digitali sul finire, con loop di voci femminili.
Sinking Ship Song è un abisso di lacrime dorate, The Dog Beneath The Skin è una canzone oscura e sotterranea, colonna sonora per un funerale straziante.
Cotard's Syndrome è l'anima digitale di Matt che si fonde con un piglio cantautorale. Una composizione eterea, magica, straniante, disorientante quanto una malattia che colpisce la mente.
Non so chi la spunta tra questo e il suo successore.
Sono due album stupendi per motivi leggermente differenti. Vincerà quello che, ogni volta, adagierà le sue note nei miei orecchi.
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