martedì 27 dicembre 2005



The KLF: "The White Room"

La stanza bianca, il duo Drummond & Cauty in sala di registrazione.
L'acid-house infarcita di sapienza compositiva. L'essenza del suono acido. Sequela micidiale di bombe adrenaliniche. Cataclisma elettro, apocalisse disco. Rumori, battiti, campionamenti, percussioni, voci, ossessioni.
Si campiona MC5 in What Time Is Love? ed è completo marasma.
grooves lancinanti, scomponimenti, accoppiamenti, riunione, divisione. Voce soul cavernosa alternata con vocalist simil-hip-hop.
Delay, noise, sciabordate.
Make It rain. Sax sbudellato dalle macchine, tentazioni di soul alieniante, alienato, ultraterreno. Ossessionante drum-machine, strabordante anelito spaziale.
Dimensione dal vivo per 3 AM Eternal. Bleeps, cantato fortemente rap, vocalizzi femminili. Il Philly-sound passato sotto il trattamento di menti house. Completa saturazione dello spazio acustico.
Un minuto per Church Of KLF, composto da suite simil-soul-meccanizzato, che fa da preludio a quel capolavoro che è Last Train To Trancentral.
Rimandi robot-ici di (ovvia) kraftwerkiana memoria. Voci lontane, misteriose, imperscrutabili. La cassa dritta e precisa vieni impreziosita nel suo contorno da ricami di synth umanizzato.
Il suono house definitivo. 5 minuti di completa immersione nel mondo parallelo dance.
Prende forma un country annacquato in Build a Fire o un reggae estenunante in No More Tears. Si passa per la silurata della title-track (da notare il battito della drum accoppiato al sax) alle ossessioni disturbanti di Justified and Ancient.
Nella ristampa di qualche anno fà si aggiunge un'altra pastiche da club dal nome Stand By The Jams e una reprise di 3 AM Eternal.
Coerenza zero. Genialità stellare.
Essenziale.

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